Per gli azionisti il 2022 è stato un anno degno di nota. Secondo lo Janus Henderson Global Dividend Index lo scorso hanno le distribuzioni di dividendi sono aumentate dell’8,4%, raggiungendo la cifra record di 1.560 miliardi di dollari. Non solo. Dopo l’adeguamento volto a tener conto dell’apprezzamento del dollaro rispetto alla maggior parte delle valute, della diminuzione dei dividendi straordinari e di altri fattori tecnici, l’incremento sottostante è risultato persino più robusto, pari al 13,9%.
La crescita dei dividendi è stata così solida che in dodici Paesi sono state effettuate distribuzioni record in dollari. Ci riferiamo, tra gli altri, a USA, Canada, Brasile, Cina, India e Taiwan; in ogni caso, in molte altre nazioni come Francia, Germania, Giappone e Australia i dividendi hanno toccato livelli record in valuta locale.
Energia e finanza guidano la crescita dei dividendi
Com’era prevedibile, vista l’impennata dei prezzi dell’energia, tale aumento è dovuto per quasi un quarto alle società produttrici di petrolio e gas, hanno incrementato i pagamenti agli azionisti di due terzi tramite un mix di distribuzioni ordinarie e dividendi straordinari una tantum.
Anche banche e società finanziarie, in particolare negli Usa, nel Regno Unito e in Europa, hanno contribuito per un quarto alla crescita annua portando avanti la consistente ripresa dei dividendi post pandemia iniziata nel 2021.
Contemporaneamente, i costi di spedizione alle stelle hanno sostenuto le società dei trasporti di tutto il mondo e a seguito dell’impennata della domanda e dei rincari di automobili e beni di lusso le aziende attive in questi ambiti si sono rivelate il più importante driver della crescita dei dividenti in Europa. Per contro, il calo dei prezzi delle materie prime ha comportato una flessione delle distribuzioni nel settore estrattivo che nel 2021 avevano toccato i massimi storici.
In ogni caso, la crescita è stata generalizzata visto che su scala globale l’88% delle società ha incrementato o confermato i dividendi.
Meno rosee, seppur positive le stime per il 2023, che prevedono un +2,3% su base complessiva (+3,4% su base sottostante).
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