Eni starebbe negoziando con due grandi fondi americani, come Kkr e Blackstone, per un loro possibile ingresso con una quota di minoranza nel capitale della controllata Enilive, attiva nella transizione energetica e nella mobilità sostenibile.
L’operazione sulla società – che può contare su 5 mila stazioni di rifornimento, 22 impianti di biometano e 3 bioraffinerie, oltre a produrre biocarburanti e a possedere il car sharing Enjoy – è stata anticipata dal Corriere della Sera. Il quotidiano avrebbe provato a chiedere un commento a Eni, ma per il momento il gruppo ha preferito mantenere il riserbo sull’eventuale trattativa.
Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Claudio Descalzi ha cominciato a sondare il mercato circa quattro mesi e mezzo fa, a inizio marzo, attraverso l’intermediazione delle banche d’affari Mediobanca e JP Morgan. Non è escluso che a un certo punto, lungo il percorso, venga presa in considerazione anche la quotazione in Borsa.
Nel frattempo, Enilive ha archiviato il 2023 con un margine di profitto di oltre 1 miliardo che, secondo le attuali previsioni, potrebbe raggiungere quota 1,6 miliardi entro tre anni. Sulla base di questi numeri, la valutazione della società controllata da Eni potrebbe superare i 10 miliardi di euro.
I due fondi statunitensi potrebbero essere i referenti giusti. Blackstone ha radunato 7 miliardi solo l’anno scorso nell’ambito di progetti legati alla transizione energetica, mentre Kkr si sta concentrando su investimenti per valori analoghi nel settore delle tecnologie di decarbonizzazione.
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