Francia, nuovo scudo contro gli investimenti stranieri

Parigi estende alle aziende attive in settori strategici come energia, telecomunicazioni, trasporti, sanità o gestione dell’acqua la disposizione che sottomette all'autorizzazione del governo l’ingresso di capitale non francese

Niente investimenti stranieri nell’aziende strategiche francesi. O almeno, niente investimenti, senza prima il nulla osta dello Stato. Il governo francese ha emesso un decreto sugli investimenti stranieri, che rende necessario il via libera del ministro dell’Economia nel caso di acquisizioni estere di aziende attive in settori strategici, come energia, telecomunicazioni, trasporti, sanità o gestione dell’acqua. Il decreto estende le disposizioni in vigore, adottate nel 2005, che stabilivano la necessità dell’autorizzazione preliminare solo in ambiti legati alla difesa e alla sicurezza nazionale e già applicato anche alle tecnologie, all’informazione e alla finanza.

Piuttosto che una vera e propria limitazione degli investimenti esteri, si tratta di una autorizzazione che può essere concessa a condizione che l’acquirente rispetti certi impegni. Il decreto prevede anche la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato in caso di opposizione del governo a una transazione.

Una norma che pare oggi studiata ad hoc per permettere al governo di bloccare le mire del gruppo americano General Electric e del gruppo tedesco Siemens sulla francese Alstom.

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