Generali-Natixis, accordo sempre più vicino per un polo europeo da 1.800 miliardi

Il negoziato è in pieno svolgimento ma secondo alcune indiscrezioni le due società mirano a raggiungere un accordo preliminare entro otto settimane

Generali e Natixis verso la creazione di un colosso europeo della gestione patrimoniale© Shutterstock

Le trattative tra Generali e la francese Natixis, finalizzate a dar vita a una nuova piattaforma europea di asset management con oltre 1.800 miliardi di euro di masse gestite, procedono con rapidità, tanto che la combinazione di queste due forze del settore potrebbe arrivare a una conclusione ancor prima della presentazione del nuovo piano industriale di Generali, prevista per il 30 gennaio.

Non tutto è in discesa, però, perché l’accordo dovrà passare attraverso una valutazione accurata da parte delle autorità italiane: quando la proposta sarà formalmente notificata alla presidenza del Consiglio, il governo avvierà una serie di controlli per stabilire se ci sono i presupposti per attivare la procedura del golden power, che come sappiamo consente all’esecutivo di esercitare un controllo su operazioni che potrebbero compromettere la sicurezza o gli interessi economici strategici del Paese, in particolare in settori rilevanti come quello del risparmio gestito.

Ma facciamo un passo indietro e riassumiamo l’intera vicenda: l’accordo tra Generali e Natixis si inserisce in un contesto di consolidamento del mercato europeo dell’asset management, dove la competizione con i giganti nordamericani è sempre più agguerrita. In base a quanto emerso finora, Generali dovrebbe conferire alla nuova entità circa 650 miliardi di euro di asset, una parte del suo portafoglio complessivo che, alla fine del terzo trimestre del 2024, ammontava a 843 miliardi. Va tenuto presente, però il fatto che il gruppo escluderà dal conferimento gli asset legati a Banca Generali.

Dall’altra parte, Natixis apporterà circa 1.200 miliardi di euro di asset, il doppio rispetto a quelli di Generali, in una mossa che riflette la disparità di redditività e la diversa capacità di attrarre clienti tra i due gruppi. Come abbiamo accennato, l’operazione è sotto la lente del governo italiano, data la rilevanza strategica del risparmio gestito nel Paese.

La governance della futura piattaforma sarebbe improntata a un equilibrio tra i due partner: Generali manterrebbe il controllo operativo, con Woody Bradford, Ceo di Generali Investment Holding, destinato a guidare l’entità, mentre il consiglio di amministrazione sarebbe suddiviso paritariamente tra italiani e francesi: un bilanciamento di potere essenziale per garantire un’adeguata rappresentanza e protezione degli interessi nazionali e aziendali.

A livello operativo, la gestione degli investimenti non cambierà drasticamente rispetto alla situazione attuale: Generali continuerà a decidere sugli asset che conferisce alla piattaforma, tra cui una significativa quota in titoli di Stato italiani, francesi e spagnoli. Natixis, che non possiede il supporto di una compagnia assicurativa, si affida a una solida rete bancaria, con liquidità proveniente da istituti regionali e gestioni per clienti istituzionali e retail.

Di certo il nuovo polo darebbe vita a sinergie interessanti, con la possibilità di ridurre i costi grazie alla maggiore scala operativa e di crescere riuscendo a competere con i principali attori internazionali, ma è ancora tutto in divenire.

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