Una decisione importante, un esempio che potrebbe aprire la strada a diversi gruppi della manifattura italiana nella moda: HModa, holding che raggruppa diverse aziende che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy, ha ufficialmente avviato il processo di quotazione.
Non è una mossa inattesa. Già a maggio Claudio Rovere, azionista di maggioranza di Hind, che a sua volta controlla HModa, aveva dichiarato a Reuters di essere già in trattativa con alcune banche per valutare la quotazione. Adesso è cosa fatta: HModa ha dato a Intesa Sanpaolo, Bank of America, Merrill Lynch e Jp Morgan il mandato per studiare il processo dell’Ipo che potrebbe essere perfezionato già il prossimo anno.
HModa si sta muovendo in modo strategico. Nata nel 2017 mettendo insieme le eccellenze di varie filiere produttive dell’alta gamma tricolore (tessuti, pelletteria, abbigliamento, calzature), la società ha creato importanti sinergie di scala, con cui sono stati finanziati gli investimenti sulla filiera e sulla sostenibilità.
In sette anni, HModa è divenuto un polo produttivo composto da 18 aziende, oltre che un partner di riferimento per i maggiori gruppi del lusso, a cui può offrire una ampia gamma di produzioni. Conta su oltre 300 milioni di fatturato e, sempre secondo quanto dichiarato da Rovere, nel corso del prossimo anno potrebbe crescere ancora sia in modo organico che attraverso acquisizioni.
La società si è strutturata in vista della quotazione e ha scelto un discreto parterre de rois di banche d’affari italiane e internazionali, per attrarre investitori di prestigio. Il salto verso Piazza Affari potrebbe sembrare un azzardo viste le 21 società che dall’inizio del 2024 hanno abbandonato la scena, ma gli esperti puntano molto sulle debuttanti, anche se molto dipenderà (come sempre) dalle condizioni di mercato.
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