Honda e Nissan, in Giappone e non solo, sono fra le principali case automobilistiche e secondo alcune indiscrezioni starebbero valutando una fusione per competere sul mercato delle auto. I due gruppi, che formerebbero un vero e proprio colosso del settore dal valore di 52 miliardi di dollari, starebbero per firmare un memorandum di intesa preliminare.
Nell’accordo potrebbe rientrare anche Mitsubishi, di cui Nissan è l’azionista di maggioranza con il 24%, e contribuire alla creazione di una holding con maggiori possibilità di investimento. Diventerebbe, così, il terzo gruppo al mondo per vendita di veicoli subito dopo Toyota e Volkswagen.
Se l’accordo andasse a buon fine, si tratterebbe di un’operazione molto importante: della portata di quella avvenuta tra Fiat e Peugeot per dare vita a Stellantis. L’obiettivo sarebbe quello di vendere più di 8 milioni di veicoli all’anno per avvicinarsi ai 9,2 di Volkswagen e agli oltre 11 milioni di Toyota.
Le ripercussioni in Borsa
La probabile fusione fra Honda e Nissan ha portato effetti significativi sul mercato azionario. Il titolo Nissan ha registrato, infatti, un +23,7%, mentre Honda chiude con un -3%.
Nissan non si è ancora sbilanciata sui rumors che circolano sulla vicenda, ha soltanto confermato di stare valutando la possibilità di una “integrazione aziendale” attraverso l’analisi di “diverse opzioni” sul tavolo delle trattative. Tuttavia ancora “nessuna decisione ancora è stata presa”.
La notizia arriva in un momento di crisi per il settore dell’automotive. Stellantis e Volkswagen sono in difficoltà nella competizione sul mercato globale delle auto elettriche, dove Tesla dimostra di non voler cedere di un millimetro. Inoltre, a novembre 2024, la stessa Nissan aveva annunciato una riduzione di organico di 9mila unità, circa il 6% della sua forza lavoro.
Le scelte che faranno Honda e Nissan rispetto a una possibile fusione non avranno ripercussioni solo sul futuro delle due case automobilistiche. La trattativa, che si trova ancora in una fase iniziale, è di interesse pubblico e desta preoccupazione anche in ambito politico. Se le due case automobilistiche chiudessero l’accordo, comporrebbe un taglio considerevole di posti di lavoro. Un ‘effetto collaterale’ che andrebbe considerato nella stipula dei dettagli dell’operazione.
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