Italia investe nell’Asian Bank (contrariando gli Stati Uniti)

Dopo Gran Bretagna, anche Francia, Germania e il nostro Paese diventano membri fondatori della Aiib che, secondo Washington, vuole creare un’alternativa alla Banca Mondiale

La prima a rompere gli indugi, indispettendo (non poco) gli Usa, è stata la Gran Bretagna: settimana scorsa, Londra ha dichiarato il suo sostegno alla Asian Infrastructure Investment Bank (Aiib). Un istituto che nasce per finanziare le infrastrutture (strade, ferrovie, porti, gasdotti…) destinate a collegare l’Asia e l’Europa: con sede a Shanghai, l’Aiib ha per azionista di maggioranza Pechino e vanta una dotazione iniziale di 50 miliardi di dollari.

UN SETTORE DA 8 MILA MILIARDI DI DOLLARI. Ora, a unirsi al progetto sono anche Italia, Francia e Germania. La notizia è arrivata prima sulle pagine del Financial Times, sotto forma di indiscrezione, per poi essere confermata da un comunicato ufficiale del Tesoro: “Francia, Germania e Italia, operando in stretto raccordo con i partner europei e internazionali, intendono lavorare con i membri fondatori della Aiib per costruire un’istituzione che segua i migliori principi e le migliori pratiche in materia di governo societario e di politiche di salvaguardia, di sostenibilità del debito e di appalti”, si legge nel testo. L’interesse in gioco è evidente: le infrastrutture sono il volano principe della crescita e si stima che il mercato possa valere almeno 8 mila miliardi di dollari. Dal canto suo, invece, gli Stati Uniti vedono nella Aiib un tentativo di creare un’alternativa alla Banca Mondiale, la cui sede è a Washington.

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