La lente di Deloitte sul private equity in Italia

Per il 75% degli operatori del nostro Paese, il settore continuerà a over-performare rispetto al mercato azionario. Tuttavia, gli extra-rendimenti non sono scontati…

La lente di Deloitte sul private equity in Italia© Getty Images

Negli ultimi anni, il settore del private equity in Europa e in Italia ha dimostrato una notevole capacità di generare extra-rendimenti. Tuttavia, i cambiamenti strutturali in corso nel settore potrebbero minacciare il successo ottenuto in passato e le over-performance non sono così scontate nel prossimo futuro: serviranno nuove strategie di investimento. È questo, in breve, il messaggio lanciato agli operatori del settore da Deloitte, che ha condotto una ricerca sull’andamento del private equity italiano negli ultimi anni.

L’andamento degli investimenti di private equity

Come risulta da un’analisi rischio/rendimento su 400 fondi europei di private equity nel periodo Q4 2014 – Q3 2021, in questi anni il settore ha registrato un’over-performance (“alpha”) rispetto all’indice Ftse IT Small Cap del 10%. Nel corso del 2023, il mercato italiano del private equity e venture capital ha registrato investimenti per un controvalore pari a 8.162 milioni di euro, in calo del -12% rispetto al boom dell’anno precedente.
Tuttavia, otto operatori su dieci in Italia ritengono che il settore abbia over-performato il mercato azionario nel corso dell’ultimo decennio prevalentemente grazie a operazioni di M&A (64%) e crescita organica (33%) basata su internalizzazione, lo sviluppo di nuovi prodotti e l’individuazione di nuovi segmenti di mercato. “Questa over-performance decorrelata rispetto all’andamento del ciclo macroeconomico è stata raggiunta anche attraverso il ricorso al debito ed al taglio dei costi”, ha commentato Claudio Scardovi, Senior Partner e Private Equity Leader di Deloitte. “Per continuare a generare over-performance gli operatori dovranno ridefinire le loro strategie d’investimento, puntando in particolare sulla gestione attiva della società investita, per ottimizzarne la capacità prospettica di generare non solo la redditività e l’Ebitda di breve periodo ma anche una crescita sostenibile nel lungo periodo”.

“I fondi di Private Equity – continua Scardovi – dovranno puntare sempre di più su strategie di investimento in grado di anticipare selettivamente i meta trend di creazione di valore globali, focalizzandosi maggiormente sull’evoluzione del modello di business e operativo delle società investite per una loro reale trasformazione. Il supporto del private equity all’imprenditore e al management dell’azienda investita è un fattore chiave per la sua migliore evoluzione competitiva”.

Lo scenario italiano

Secondo una indagine condotta in Italia da Deloitte su 32 società del settore, il 75% degli operatori ritiene che il private equity continuerà a generare “alpha” per l’intero ciclo di investimento anche in futuro. In Italia, secondo gli intervistati, i rischi principali che possano ostacolare generazione di over-performance del comparto sono l’escalation delle tensioni geopolitiche a livello globale (44%), protezionismo e interruzioni della supply chain (31%), il costo del denaro e l’andamento dei tassi di interesse (17%), trend demografici (6%).

Negli ultimi dieci anni, i settori che hanno maggiormente attratto l’interesse degli operatori di private equity italiani sono stati il Manufacturing (36%), Telco (22%), Fashion, Food e Arredamento (22%), servizi tra cui Education, Salute e Servizi finanziari (14%), Energy (6%). Tra i meta-trend che i fondi di private equity possono seguire per generare valore sostenibile, la Green Technology e la Digital Transformation emergono come i più rilevanti, indicati rispettivamente dal 47,2% e dal 63,9% degli operatori del settore. “Investire in queste aree non solo favorisce la crescita delle aziende del portafoglio, ma risponde anche alla crescente domanda di soluzioni sostenibili e tecnologicamente avanzate da parte del mercato”, aggiunge Scardovi.

Inoltre, per sfruttare appieno il potenziale strategico delle operazioni di M&A, indicato dal 64% degli operatori come strategia significativa per la creazione di extra-rendimento, il private equity deve necessariamente posizionarsi come un partner operativo e non solo finanziarioTale approccio consente infatti di migliorare la performance delle aziende acquisite attraverso la fornitura di competenze operative e strategiche.

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