Un fatturato minimo di 10 milioni di euro, o inferiore ma in presenza di tassi alti di crescita, un risultato operativo superiore al 5% dei ricavi, l’ultimo bilancio in utile e, da ultimo, un progetto di sviluppo “credibile”. Sono questi i requisiti minimi richiesi da Borsa Italiana per poter accedere a Elite, il programma per le piccole e medie imprese lanciato nell’aprile del 2012. «Elite», spiega a Business People Barbara Lunghi, responsabile dei mercati per le pmi di Borsa Italiana, «è una piattaforma di servizi rivolta a quelle aziende che si distinguono per numeri in controtendenza rispetto all’attuale contesto di mercato. È uno strumento pensato sia per le realtà storiche del tessuto industriale nazionale, sia per l’imprenditoria innovativa, di prima generazione, per sostenerne la crescita nel medio e lungo periodo».
Promosso con ministero dell’Economia e delle Finanze, Confindustria, Abi, Sace, Simest e Università Bocconi, Elite conta a oggi tra le sue fila 131 aziende, un traguardo tagliato lo scorso ottobre quando a Milano è stato presentato l’ultimo gruppo di 31 imprese. «Aziende eterogenee per dimensioni e settori», precisa Lunghi, «con un fatturato medio di circa 134 milioni di euro e, al momento dell’ammissione a Elite, un tasso di crescita su base annua del 12%, una marginalità lorda del 16% e una quota di export superiore al 50%». Realtà dunque in salute, perlopiù lombarde, con una delegazione forte dal Veneto, ma anche dal Centro e dal Sud, in particolare da Toscana, Emilia Romagna e Campania. Aziende impegnate in progetti di sviluppo in Italia e, soprattutto, sui mercati internazionali, che guardano per necessità a una relazione più consapevole con il capitale (e non necessariamente alla Borsa). La selezione avviene attraverso una prima scrematura definita con il contributo dei partner del programma: Confindustria, i fondi di private equity, le società di revisione e le banche del territorio. Una volta individuate le realtà più idonee, il team di Elite ne valuta i dati di bilancio e i progetti di sviluppo. Quindi, definita la rosa delle partecipanti, il programma entra nella sua piena operatività.
PREPARATI, ALLENATI E OTTIENI VALORE Il primo passaggio, la cosiddetta fase “Get Ready, preparati”, è la formazione in aula, otto giornate nell’arco di quattro mesi che vedono protagonisti i docenti di Academy, la scuola di formazione di Borsa Italiana e di Sda Bocconi, con il coinvolgimento anche di manager delle società quotate e investitori. A loro è affidato il compito di illustrare alla platea, composta dagli amministratori delegati e dai direttori finanziari delle aziende, il significato di termini quali crescita, innovazione, internazionalizzazione, pianificazione strategica, controllo di gestione e ricorso alle risorse finanziarie (attraverso la Borsa, il private equity o l’emissione di bond). Un percorso di alta formazione rivolto ai decision maker, dunque, a quelle figure che dovranno poi trasmettere e far applicare i principi appresi in aula all’interno delle rispettive organizzazioni aziendali. Nella seconda fase, “Get fit, allenati”, dal lavoro di gruppo si passa al tutoring individuale: per due giorni un team di professionisti di Elite incontra il management aziendale per analizzare quali possono essere i cambiamenti necessari per sviluppare al meglio il proprio percorso di crescita. A corredo del tutto, il programma “Get Value. Ottieni valore”, ovvero una serie di opportunità di visibilità e strumenti di relazione messi a disposizione delle aziende, per creare un ponte con un panel selezionato di fondi di private equity, investitori istituzionali, istituzioni bancarie e imprenditori e management di gruppi quotati. Terminato il programma triennale (la partecipazione ha un costo di 10 mila euro all’anno), l’azienda “promossa” riceverà il certificato Elite, una sorta di patentino che le permetterà, nel caso lo ritenesse opportuno, di quotarsi in Borsa seguendo procedure più rapide rispetto alla prassi.
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A METÀ DEL PERCORSO«Ritengo molto positiva l’esperienza che stiamo vivendo e siamo orgogliosi di essere state fra le prime aziende scelte da Borsa Italiana per questo ambizioso e innovativo progetto, che ci ha consentito prima di tutto di aumentare la visibilità anche in mercati diversi da quello di riferimento». A parlare è Marco Di Cosimo, direttore pianificazione strategica di Bassilichi, player del business process outsourcing con un giro d’affari di oltre 260 milioni. «Abbiamo sicuramente apprezzato i moduli formativi per la competenza dei docenti e per le skill acquisite grazie alle materie trattate. Ora dovremo completare il secondo step, che ci consentirà di prepararci a una eventuale quotazione, opzione che prenderemo in considerazione se le condizioni del contesto economico, a livello nazionale e internazionale, lo consentiranno». Per il gruppo De Nora, realtà del settore dell’elettrochimica che fa capo all’omonima famiglia, passato nel giro di tre anni da un giro d’affari di 180 agli attuali 450 milioni (anche alla luce di una serie di acquisizioni messe a segno sul mercato internazionale), Elite, spiega il Cfo Matteo Lodrini, «rappresenta un importante momento di confronto con i modelli gestionali più virtuosi presenti sul mercato, a partire da quelli delle società quotate». Un’opportunità di benchmarking, dunque, che ha permesso al management da un lato di capire quanto l’azienda sia attrezzata, dal punto di vista organizzativo, per il processo di crescita che sta portando avanti (soprattutto sul fronte dell’audit e della reportistica finanziaria), dall’altro di individuare gli interventi più opportuni da mettere in atto. Rigoni, come De Nora entrata in Elite nell’aprile del 2012, è impegnata in un ambizioso piano di investimenti e sviluppo, con crescite che, anche in questi mesi, si confermano a doppia cifra. «Elite», commenta Andrea Rigoni, a.d. del leader di mercato in Italia nella produzione e commercializzazione di confetture a base di frutta biologica, «sta aiutando un’azienda familiare come la nostra a dotarsi di una struttura organizzativa, manageriale e finanziaria adatta per affrontare le sfide di mercato che ci siamo prefissati. Un imprenditore nella sua vita professionale deve poter contare sempre su stimoli forti e costruttivi: con Elite siamo tornati sui banchi di scuola e abbiamo ora la possibilità di guardare al nostro business con un occhio più critico».
LE ASPETTATIVE DELLE MATRICOLETra le new entry di Elite figura Eles Semiconductor Equipment, l’azienda umbra che opera nell’elettronica industriale, al 100% di proprietà della famiglia Zaffarami. «Perché Elite?», commenta Alberto Salamone, General Manager di Eles. «Il panorama economico italiano non è più quello di inizio secolo. Oggi le piccole e medie imprese guardano con maggior attenzione al mercato finanziario, perché crescere vuol dire internazionalizzare il proprio business e, dunque, aver bisogno di risorse da investire. Eles è una realtà di piccole dimensioni: grazie al networking garantito da Elite, contiamo innanzitutto di conoscere e confrontarci con altre realtà industriali interessate a possibili sinergie». «L’internazionalizzazione è una sfida complessa», gli fa eco Massimo Mercati, direttore generale di Aboca, l’azienda toscana tra i protagonisti del mercato degli integratori alimentari e dispositivi medici a base di complessi molecolari vegetali. «Per affrontarla, dunque, Aboca necessita di competenze e risorse sempre più qualificate a livello gestionale e manageriale: grazie a Elite contiamo di poterci presto proporre sui mercati con le credenziali tipiche di una public company, aumentando così il nostro livello di competitività». «Oppent sta crescendo e vuole continuare a farlo», dice Alberto Beretta, amministratore delegato dell’azienda milanese operativa nell’offerta di soluzioni, servizi e tecnologie d’avanguardia per l’automazione e la logistica interna. «Sino a oggi lo abbiamo fatto con le nostre risorse e appoggiandoci al sistema bancario. Per il futuro, anche considerando il piano di ulteriore espansione che stiamo mettendo in atto, vogliamo conoscere tutte le opportunità che il mercato può offrirci». Electrade, trader italiano di energia elettrica, un gruppo da oltre 500 milioni di fatturato, impegnato in una politica di diversificazione del business, di internazionalizzazione e di apertura al mercato dei capitali, vede in Elite, racconta l’a.d. Marco Tumolo, «lo strumento che permetterà da un lato ad azionisti, management e dipendenti di dotarsi di una cultura professionale per affrontare con la giusta preparazione le tante sfide che ci attendono, dall’altro la possibilità di interfacciarsi in maniera più matura e consapevole con il mercato del capitale».
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