L’acquisizione di Versace da parte di Prada sembra ormai a un passo, ma l’incognita dei dazi imposti dagli Stati Uniti rischia di essere l’ultimo scoglio da superare. Dopo mesi di trattative serrate e numerosi ostacoli – tra cui proprio la guerra commerciale rilanciata da Donald Trump – il gruppo italiano di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli sarebbe pronto ad annunciare l’accordo definitivo per rilevare la maison della Medusa dal colosso americano Capri Holdings.
Come evidenziato dal Sole 24 Ore, il Ceo di Capri Holdings, John Idol, si trova in Italia per perfezionare gli ultimi dettagli con la controparte italiana. Le firme ufficiali, però, non sono ancora arrivate, e dipendono anche dalle tensioni globali che agitano i mercati finanziari. L’intesa, secondo quanto trapelato, dovrebbe basarsi su una valutazione rivista al ribasso rispetto agli 1,5 miliardi di euro ipotizzati all’inizio del negoziato. Il prezzo finale si aggirerebbe infatti tra 1,2 e 1,3 miliardi di euro. Un ulteriore segnale che le parti hanno trovato un compromesso, nonostante il clima d’incertezza.
UFFICIALE: PRADA ACQUISISCE VERSACE
L’esclusiva di quattro settimane concessa a Prada per trattare è scaduta proprio oggi e potrebbe preludere all’annuncio ufficiale, atteso entro il fine settimana. Dal perimetro dell’operazione restano esclusi gli altri brand di Capri Holdings, come Jimmy Choo e Michael Kors. Versace sarebbe quindi l’unico asset a passare sotto il controllo della maison guidata dal Ceo Andrea Guerra. La direzione creativa del marchio è già stata recentemente affidata a Dario Vitale, stilista proveniente da Miu Miu, marchio del gruppo Prada, mentre Donatella Versace ha lasciato la guida artistica per assumere il ruolo di Chief Brand Ambassador.
L’acquisto segnerebbe un ritorno in mani italiane per Versace, dopo sei anni negli Stati Uniti. Capri Holdings aveva acquistato la griffe nel 2018 per circa 1,85 miliardi di euro, comprandola dal fondo Blackstone e dalla famiglia Versace. Dopo il fallimento, lo scorso novembre, della fusione da 8,5 miliardi di dollari con Tapestry, Capri ha deciso di aprire a una dismissione parziale per fare cassa e invertire il trend negativo delle sue quotazioni, crollate da 41 a 12,5 dollari per azione. Per Prada si tratterebbe di un ritorno alla strategia di acquisizioni, già sperimentata in passato con i marchi Helmut Lang, Jil Sander e Church’s. Una scelta sostenuta anche da risultati solidi: nel 2024, il gruppo ha registrato ricavi per 5,4 miliardi di euro (+15% sul 2023) e un utile netto di 839 milioni. Le vendite retail sono cresciute del 4% per Prada e addirittura del 93% per Miu Miu.
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