Lo spread a livelli pre-crisi, ecco cosa cambia

Non solo il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi scende sotto i 200 punti, anche i titoli di Stato di Irlanda, Portogallo, Spagna e Grecia vengono considerati più sicuri. Un bene per le casse dello Stato, meno per gli investitori

Meno rischi sull’Eurozona, più sicurezza sul futuro dell’euro e la voglia degli investitori di alti rendimenti. Sono i fattori principali che portano lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi sotto quota 200 punti, in pratica ai livelli pre-crisi. Non solo l’Italia, anche i titoli di Stato di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna (i cosiddetti “Pigs”) sono tra i più richiesti. Simbolico è il caso dell’Irlanda: dopo la profonda crisi e l’uscita dal programma di aiuti internazionali da 67,5 miliardi, Dublino ha emesso un titolo di Stato a 3,75 miliardi di euro e, nonostante il bond offrisse solo un rendimento del 3,5%, è arrivata una domanda quattro volte superiore all’offerta. Rendimenti bassi sono sicuramente un bene per le casse dello Stato, i governi, infatti, risparmiano sugli interessi sul debito, ma gli investitori si ritrovano con un ritorno molto basso sull’investimento. Con un Bot a 12 mesi per esempio, si ottiene un rendimento non superiore allo 0,3-0,5%, che corrisponde a 300-500 euro su un investimento di 100 mila euro. Con un Btp a 5 anni, invece, il rendimento al netto delle tasse è di poco superiore al 2%, ovvero 2 mila euro ogni 12 mesi su un capitale di 100 mila.

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