Massimo Doris su dazi e mercati: servono calma e visione a lungo termine

L'amministratore delegato di Banca Mediolanum sottolinea l'importanza di un approccio razionale negli investimenti, confidando nella capacità dei mercati di riprendersi nel tempo

Parlando dei dazi, Doris invita alla calma e alla fiducia nella resilienza dei mercati nel lungo periodo© Shutterstock

L’impatto dell’annuncio sui nuovi dazi si è fatto sentire rapidamente sui mercati internazionali. In soli tre giorni, le principali Borse mondiali hanno registrato perdite comprese tra il 10 e il 15%, alimentando i timori di un nuovo scenario recessivo. Nonostante il forte scossone, alcuni osservatori di lungo corso del sistema finanziario invitano a non lasciarsi sopraffare dall’emotività: tra questi c’è Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum.

Nonostante il dibattito sull’efficacia e le conseguenze delle politiche protezionistiche sia ancora aperto e sia innegabile che il contesto globale resti segnato da un’elevata incertezza, Doris ha offerto una chiave di lettura alternativa alla narrativa catastrofista che si è rapidamente diffusa tra gli operatori e piccoli investitori.

Le parole di Massimo Doris sul crollo delle Borse

Intervistato da Il Giornale, Doris ha riconosciuto la rapidità e la forza del crollo delle Borse, sottolineando come la reazione dei mercati sia stata intensa proprio a causa dell’incertezza generata dalla nuova ondata di dazi. Tutto ciò, ha spiegato, rischia di avere conseguenze significative sulle catene produttive globali, mettendo sotto pressione economie già fragili come quella tedesca. Ma, ha aggiunto, eventi di questo tipo fanno parte della ciclicità del mercato.

«Questa crisi, come quelle che l’hanno preceduta, fa parte del consueto susseguirsi degli eventi», ha dichiarato Doris, ricordando come anche durante la crisi Lehman, la pandemia e la guerra in Ucraina i mercati abbiano subito crolli temporanei, seguiti però da forti rimbalzi. Il manager ha espresso fiducia nella capacità dei sistemi economici e finanziari di reagire agli shock, sottolineando che l’incertezza è il nemico principale dei mercati, ma non è una condizione permanente.

L’invito agli investitori

Nell’intervista,  Doris ha voluto rivolgersi soprattutto agli investitori privati. Le reazioni ai dazi non possono lasciare spazio a comportamenti emotivi e poco razionali, anzi: vanno evitate drasticamente decisioni impulsive, come il disinvestimento immediato in seguito ai ribassi. Secondo Doris, il panico è un pessimo consigliere: spesso chi vende in momenti di forte volatilità finisce per rientrare sul mercato a prezzi peggiori, alimentando le perdite.

L’amministratore delegato di Mediolanum ha anche sottolineato l’importanza di costruire portafogli ben bilanciati, che tengano conto del profilo di rischio del singolo investitore. L’attuale scenario, ha detto, non è privo di opportunità: con i tassi d’interesse tornati positivi, il reddito fisso è tornato a essere un’opzione valida all’interno dei portafogli, offrendo un contrappeso all’azionariato in momenti di crisi. Ha sottolineato inoltre che chi ha già una buona diversificazione (magari con il supporto di professionisti) può reggere l’urto della volatilità senza mettere in discussione l’intera strategia.

A chi ha una tolleranza maggiore al rischio, Doris consiglia di valutare un incremento dell’esposizione azionaria proprio nei momenti di debolezza dei mercati, quando i prezzi scontano già le peggiori aspettative. È poi stato altrettanto chiaro nel mettere in guardia chi non è abituato alla volatilità: «Se sei del tipo che gioisce sui balzi del 20% e si spaventa davanti ai crolli a due cifre, è meglio che resti fuori dalla Borsa». Per Doris, è fondamentale mantenere una visione di lungo termine, come gli ha insegnato suo padre Ennio Doris. Una lezione semplice, ma che richiede pazienza e disciplina: scegliere asset solidi e lasciarli lavorare nel tempo, senza lasciarsi influenzare dai movimenti quotidiani dei listini.

La posizione rispetto a Jamie Dimon

Nelle stesse ore, anche Jamie Dimon, amministratore delegato di J.P. Morgan, ha diffuso una lettera agli azionisti in cui si esprime sui dazi americani e sulla strategia commerciale degli Stati Uniti. Dimon però non ha usato mezzi termini: è preoccupato e ha parlato di rischi concreti per la crescita economica globale e di un possibile ritorno dell’inflazione, legato all’aumento dei prezzi dei beni importati e alla maggiore pressione sui prodotti interni.

Secondo il Ceo della più grande banca statunitense, la guerra commerciale potrebbe causare una pericolosa frammentazione delle alleanze internazionali, in particolare tra Washington e l’Europa. E, anche se non ha affermato con certezza che si andrà verso una recessione, ha avvertito che gli effetti cumulativi dei dazi rischiano di diventare difficili da invertire nel tempo. Rispetto alla posizione di Dimon, Massimo Doris adotta un approccio più focalizzato sulla gestione individuale degli investimenti e sulla fiducia nella resilienza dei mercati nel lungo periodo.

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