Si apre un’importante battaglia legale per il futuro del mercato dei videogame. Attraverso una nota diffusa nella giornata di giovedì 8 dicembre, la Federal Trade Commission (Ftc) – l’Antitrust statunitense – ha annunciato di voler impedire a Microsoft di acquisire Activision Blizzard, uno dei principali sviluppatori di videogiochi al mondo, celebre per franchise di successo come Call of Duty, World of Warcraft e Diablo.
Secondo la tesi della Commissione, che si è espressa con un voto di 3 a 1 contro la multinazionale di Redmond, l’acquisizione di Activision – annunciata a inizio 2022 e del valore di 69 miliardi di dollari, la più grande di sempre nell’industria dei videogame – consentirebbe a Microsoft si eliminare i concorrenti delle sue console di gioco Xbox e di Xbox Games Pass, il suo servizio di gaming in cloud su abbonamento. La prova, si afferma nella nota della Ftc, sarebbe l’acquisizione da parte di Microsoft di ZeniMax, società madre di Bethesda Softworks, altro sviluppatore di videogame. In quell’occasione, afferma la Federal Trade Commission, Redmond avrebbe deciso di sviluppare numerose esclusive per Xbox nonostante le assicurazioni fornite alle autorità antitrust europee di non avere alcun motivo di limitare l’utilizzo dei videogame da parte delle console rivali.
+Anche l’UE indaga sull’operazione+
“Microsoft ha già dimostrato che può limitare i contenuti ai suoi competitor”, ha affermato Holly Vedova, direttore del Bureau of Competition della Ftc. “Oggi cerchiamo di impedire a Microsoft di ottenere il controllo di uno dei principali studi di gioco indipendenti e di utilizzarlo per danneggiare la concorrenza”.
Secondo l’Antitrust Usa Microsoft avrebbe sia i mezzi che i motivi per danneggiare la concorrenza, manipolando i prezzi di Activision, rendendo inferiore la qualità dei videogame di Activision o l’esperienza del giocatore su console e servizi di gioco rivali, modificando i termini e i tempi di accesso ai contenuti di Activision o addirittura impedendone l’accesso ai competitor con conseguenti danni per i consumatori.
L’attuale provvedimento della Federal Trade Commission segna l’inizio di un procedimento che porterà a un’udienza formale davanti a un giudice di diritto amministrativo.
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