Microsoft ha battuto le attese di bilancio nel suo quarto trimestre fiscale: ha chiuso con ricavi in rialzo del 15% a 64,73 miliardi di dollari, sorprendendo chi invece scommetteva sui 64,52 miliardi. Non è però tutto ora ciò che luccica, perché a deludere è invece stata la crescita dell’unità chiave di cloud computing, Azure.
Azure ha infatti mostrato una crescita del 29% inferiore al 31% dei precedenti tre mesi, che si traduce in ricavi di 36,8 miliardi (sotto i 36,84 miliardi previsti dal mercato). In più, c’è un’altra nota dolente: le vendite della divisione AI-heavy intelligent cloud sono state di 28,5 miliardi di dollari, al di sotto delle stime di 28,7 miliardi di dollari.
Questi risultati al di sotto delle aspettative degli analisti sono bastati a premere sul titolo, complice probabilmente il sentimento diffuso di diffidenza che permea l’andamento del segmento legato all’intelligenza artificiale: in seguito alla pubblicazione dei conti della trimestrale, le azioni Microsoft sono crollate di circa il 7%, registrando già un calo di oltre l’8% nelle ultime tre settimane.
Attualmente le azioni sono in rialzo, ma dall’inizio del 2024 sono arretrate del 6%. Di fatto, Microsoft non riporta i ricavi specificatamente derivanti dai prodotti di intelligenza artificiale, ma nella stragrande maggioranza delle sue dichiarazioni ufficiali ha sottolineato quanto la nuova tecnologia sia parte integrante dei suoi segmenti di business, non solo per ciò che concerne il cloud computing.
L’AI è inclusa anche nel pacchetto Office e nel sistema operativo Windows, e gran parte della sua tecnologia di intelligenza artificiale generativa è stata costruita quale parte dei suoi investimenti da 13 miliardi in OpenAi, il creatore di chat Gpt.
Questi dati, comunque, non mettono in discussione che l’azienda continui a registrare dei primati in termini di ricavi: se i già citati 64,73 miliardi di dollari hanno infranto il precedente record di 62,02 miliardi di dollari di dicembre, l’utile netto è volato a 88,1 miliardi di dollari (11,80 dollari di utili per azione) scalzando il precedente record di 72,4 miliardi di dollari.
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