Non c’è solo Montepaschi. Quando la politica entra in banca

Chi sono i politici ai vertici delle Fondazioni bancarie, il canale principale attraverso cui i partiti mettono le mani sugli istituti di credito. Secondo uno studio de Lavoce.info, circa il 40% dei Cda delle fondazioni è composto da politici o ex politici

Nessun coinvolgimento della politica sulle banche? Non è proprio così. L’influenza dei partiti negli istituti di credito è notevole e avviene attraverso la presenza di numerosi politici o ex politici all’interno dei Cda delle Fondazioni bancarie, il canale principale attraverso cui la politica mette le mani sulle banche. La tesi è de Lavoce.info che, attraverso un’analisi sul board delle Fondazioni, registra una presenza politica vicina al 40% (36 membri su 91). “I politici – si legge sul sito – entrano negli organi sociali delle fondazioni, si ‘puliscono’ per un mandato, e da lì passano ai consigli di amministrazione delle banche. Questo legame deve essere spezzato al più presto”.

Partendo dalle fonti del ministero dell’Interno e degli Organi amministrativi delle Fondazioni, Lavoce.info ha calcolato per Fondazione Monte dei Paschi di Siena una presenza politica pari al 60% (14 consiglieri su 24); ma lo studio non si ferma qui e prende in considerazioni anche altre fondazioni: Cassamarca (6 su 12), Caribo (3 su 12), Cariparma (1 su 5), Cariplo (5 su 9), Carige (1 su 10), Carito (5 su 11) e Banco di Sicilia (1 su 8).

LA SOLUZIONE. Ci sarebbe un modo molto semplice per “spezzare la catena di controllo che lega le banche alla politica: completare il processo di privatizzazione facendo uscire le fondazioni bancarie dal capitale delle banche conferitarie”, scrive Tito Boeri su Lavoce.info.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata