Aurelia, che fa capo al gruppo Gavio, sta lentamente azzerando il capitale di Mediobanca. Sta continuando sulla linea delle precedenti operazioni – in atto dal 29 gennaio scorso a oggi – mettendo lo 0,2% della banca sul mercato e scendendo così dallo 0,82% allo 0,63%.
La partecipazione del gruppo nel capitale di Piazza Cuccia è dipesa da scelte passate di Marcellino Gavio, padre di Beniamino, attuale presidente della società, ed è di natura finanziaria. Per questa ragione è iscritta a bilancio a un prezzo più basso rispetto ai risultati storici ai quali è abituata ad attestarsi a Piazza Affari. Adesso l’obiettivo è non farsi trascinare nelle dinamiche di acquisizioni e cessioni legate a Mediobanca e a varie offerte in ballo in questo periodo.
La volontà di allontanarsi dagli affari dell’istituto bancario si era già vista nel 2023, quando il gruppo Gavio e Aurelia si erano defilati dal voto relativo al rinnovo del board di Mediobanca. Inoltre, oggi l’Ops presentata da Mps sull’istituto di Piazza Cuccia è appoggiata dal Governo Meloni. Dall’Esecutivo dipende il core-business del gruppo Gavio, che si basa sulle concessioni e le infrastrutture autostradali.
I dettagli dell’operazione
Aurelia Srl, e quindi la famiglia Gavio, ha messo sul mercato in tutto 1.725.000 azioni di Mediobanca. Azioni che corrispondono allo 0,2% del capitale sociale dell’istituto bancario. I pacchetti sono stati venduti a blocchi, scaglionati nel tempo, per un controvalore complessivo di circa 28,415 milioni di euro. Ecco allora come la quota del gruppo leader nelle infrastrutture autostradali sia passata dallo 0,52% allo 0,32%, circa un terzo in meno.
Per stimare il peso specifico di Gavio, tuttavia, al pacchetto della Aurelia Srl va sommato lo 0,27% di Mediobanca, detenuto direttamente da Beniamino Gavio, e lo 0,04% del padre Marcello. In totale, la famiglia piemontese, che gestisce il colosso autostradale Astm, è in possesso ancora dello 0,63% di Piazzetta Cuccia. Si tratta di una percentuale in calo in relazione allo 0,82% di fine gennaio 2025, destinata a scendere ulteriormente.
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