Con dieci voti favorevoli contro nove, la Commissione lavori pubblici del Senato ha dato il via libera privatizzazione di Poste Italiane. Il piano prevede un collocamento pari al 40% del capitale della società guidata da Massimo Sarmi (anche in più fasi), lasciando allo Stato il controllo del 60%. “Il governo ha dato parere favorevole a introdurre forme agevolate di acquisto delle azioni a favore dei piccoli risparmiatori e correntisti – ha sottolineato il relatore Raffaele Ranucci (Pd) – oltre che dei lavoratori interni, e alla partecipazione alla governance di Poste Italiane anche per gli azionisti minori”. Il nodo da sciogliere sono le modalità con cui dipendenti e clienti possano accedere alle azioni di Poste, tenendo conto che, tra dipendenti e clienti di Poste, si calcola che un italiano su cinque potrebbe avere diritto allo sconto sull’acquisto di azioni della società, mettendo a rischio così l’incasso atteso dal governo, che punta a raccogliere 4-4,8 miliardi di euro dalla dismissione del 40% del capitale di Poste per “interventi a sostegno della ripresa economica e della riduzione del costo del lavoro, oltre che per l’abbattimento del debito pubblico”.
© Riproduzione riservataPoste privata al 40%. Azioni “scontate” per clienti e dipendenti
Via libera all’Ipo per la società guidata da Massimo Sarmi; lo Stato attende un incasso tra i 4 e i 4,8 miliardi di euro