Il fatto che Intel sia in difficoltà è cosa nota e, per certi versi, è anche un’opportunità. Non a caso è da diverso tempo che si stanno susseguendo voci e proposte di acquisizione che per adesso, precisiamolo, non sono state confermate. Fino a pochi giorni fa il Wall Street Journal riportava l’interesse di Qualcomm; ora, secondo l’agenzia Bloomberg, sarebbe entrato in gioco anche il gruppo di private equity Apollo Global Management.
Facciamo, però, un piccolo passo indietro: fino a qualche anno fa Intel era una delle più rilevanti aziende produttrici di dispositivi a semiconduttore, microprocessori, componenti di rete, chipset per schede madri, chip per schede video e altri circuiti integrati. Questo fino a un passo falso: aver temporeggiato nell’abbracciare e investire sull’intelligenza artificiale. Ad agosto l’azienda ha fornito un quadro dettagliato della propria situazione, innescando una vera e propria crisi.
Un quadro non certo positivo: Intel ha dichiarato di aver bisogno di licenziare oltre il 15% della sua forza lavoro e ha manifestato l’intento di sospendere il dividendo per risparmiare 10 miliardi di dollari entro il 2025. La società ha anche registrato una perdita netta di 1,61 miliardi di dollari nel secondo trimestre, con ricavi in calo dell’1% a 12,83 miliardi di dollari.
Questi annunci hanno portato prima a una citazione in giudizio da parte degli azionisti e poi a un crollo del valore in Borsa, sceso a 83 miliardi di dollari. I margini di profitto sono calati sotto il 40%, rendendo difficile sostenere gli ingenti investimenti che si prevedevano per il suo piano di rilancio.
Questo ha aperto le porte, chiaramente, a eventuali acquisizioni, con il succitato interesse di Qualcomm, seguito da quello (ancora non ufficializzato) del gruppo di private equity Apollo. Un investimento salverebbe Intel e potrebbe scrivere una nuova pagina della sua storia. L’accordo con Apollo sarebbe una sorta di voto di fiducia sulle ultime strategie del gruppo americano (scorporamento delle foundry e alcuni disinvestimenti), mentre quello con Qualcomm creerebbe un nuovo gigante dei semiconduttori presente in tutti i settori.
L’entrata in scena di Apollo non è particolarmente sorprendente: le due società coinvolte “si conoscono”: lo scorso giugno Intel aveva venduto ad Apollo la quota di una joint venture che controlla uno stabilimento in Irlanda per 11 miliardi di dollari, ottenendo un finanziamento per poter espandere in maniera significativa le sue fabbriche di produzione. Sempre secondo i rumor, quella di Apollo sarebbe un’operazione che prevede un investimento di circa 5 miliardi di dollari.
E Qualcomm? Se ad andare in porto fosse, invece, l’accordo Intel-Qualcomm, si concluderebbe una delle più grandi operazioni di M&A della storia: i focus e le capacità di queste due società, infatti, darebbe vita una nuova realtà che aumenterebbe il target, portando Qualcomm a espandersi nel mercato dei pc e Intel a introdursi nel mercato di smartphone e tablet, treno che aveva perso diverso tempo fa.
Tutto, per il momento, rimane sospeso: i personaggi in gioco stanno valutando e soppesando le mosse. Non resta, dunque, che aspettare delle dichiarazioni ufficiali.
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