Sono sempre di più gli italiani che puntano sulle criptovalute. Per la precisione, nel biennio 2022-2024 è più che raddoppiato il numero dei risparmiatori che decidono di investire sulla moneta digitale, anche se sembra che non tutti siano a conoscenza delle potenzialità e dei rischi connessi.
A sostenerlo è il Rapporto 2024 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane della Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), arrivato alla nona edizione. Secondo l’indagine, che raccoglie dati relativi a un campione di 2.011 individui, le criptovalute accattivano per l’opportunità di un guadagno immediato e per la possibilità di diversificare il proprio portafoglio.
L’interesse generale è rimasto abbastanza stabile nel tempo, ma da punto di vista fattuale il grado di diffusione è aumentato arrivando 18% (mentre nel 2022 era all’8%). Secondo Consob, ciò è da attribuirsi al fatto che l’argomento sta diventando leggermente più familiare rispetto al passato, nonostante alcune evidenti lacune: una quota consistente degli intervistati – che oscilla tra il 23% e il 50% – non ha infatti saputo rispondere ai quesiti volti a rilevare la conoscenza delle caratteristiche principali delle criptovalute.
Le criptovalute sono comunque solo uno degli aspetti interessanti messi in luce da Rapporto Consob. Gli analisti hanno infatti rilevato che resta alto l’interesse per le scelte di portafoglio più tradizionali: i prodotti finanziari maggiormente presenti sono infatti certificati di deposito e buoni fruttiferi postali, seguiti da titoli di Stato, fondi comuni di investimento e obbligazioni. Al contempo sta crescendo l’attenzione verso gli investimenti qualificati come sostenibili, presenti nel 2024 nel salvadanaio del 20% degli intervistati contro l’11% del 2022.
Anche su questi, però, gli italiani risultano confusi: li scelgono quasi sempre solo se guidati da un consulente e li ritengono ancora poco profittevoli (42%) e in tanti segnalano di ritenere la finanza sostenibile troppo opaca (41%) e che essa costituisca un fenomeno di marketing (39%). Consob fa luce anche su ciò che guida le scelte degli investitori: tra i fattori decisivi ci sono l’orizzonte temporale di investimento (35%) e i rendimenti attesi (30%).
Hanno meno peso le conoscenze finanziarie (18%) e l’esperienza negli investimenti (9%). A tal proposito, il rapporto mette in luce che gli investitori si informano prevalentemente sui siti web istituzionali o specializzati o rivolgendosi a degli intermediari finanziari. Nello specifico, il 67% degli intervistati appoggia al web, il 43% alla televisione e il 36% ai social media.
I social hanno maggiore presa sui giovani fra i 18 e i 34 anni (58%), sulle donne (42% contro il 34% degli uomini), sui nuclei familiari che gestiscono somme inferiori ai 50.000 euro (41% a fronte di un 33% di chi ha disponibilità più elevate) e su chi ha un basso livello di educazione finanziaria (55% contro 33%).
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