Risparmio gestito, gli italiani tornano a investire (con prudenza)

Il 6° Rapporto Censis-Assogestioni fotografa un’Italia prudente ma pronta programmare il proprio futuro: crescono gli investimenti a lungo termine e la fiducia nei consulenti finanziari

Risparmio gestito, gli italiani tornano a investire (con prudenza)© Shutterstock

Il risparmio degli italiani cambia pelle. È quanto emerge dal 6° Rapporto Assogestioni-Censis, presentato nella terza e ultima giornata del Salone del Risparmio di Milano, che racconta di un Paese ancora cauto ma pronto a tornare a investire, anche in strumenti complessi, pur di proteggere il futuro.
Il biennio di inflazione, infatti, ha incrinato la vecchia convinzione che tenere i soldi fermi in banca fosse una garanzia di sicurezza. Oggi il 70,2% dei risparmiatori non ritiene più la liquidità una tutela efficace. Un’inversione di rotta significativa, che trova conferma nel fatto che il 54,7% cerca di mantenere solo un minimo indispensabile in contanti per investire il resto. Aumenta anche la fiducia negli strumenti finanziari: il 46,9% degli italiani ha già iniziato a investire, mentre il 29,3% prevede di farlo in futuro. Solo una minoranza, il 23,8%, resta ancorata alla liquidità.

È interessante notare, inoltre, come sia cresciuta anche la propensione agli investimenti di lungo periodo: oggi il 60% degli italiani è disposto a bloccare i propri risparmi per almeno cinque anni, rispetto al 47,9% registrato nel 2022. Il risparmio non è più solo un cuscinetto per le emergenze, ma torna ad avere una dimensione progettuale. Secondo il rapporto, per l’82,8% degli italiani il risparmio gestito è lo strumento per realizzare sogni e obiettivi di vita. Il 79,5% investe per assicurarsi un futuro sereno, e il 64,8% per affrontare spese importanti, come l’acquisto di una casa o di un’auto. Nonostante l’incertezza, cresce anche l’interesse per la finanza sostenibile. Il 63,3% degli italiani sarebbe disposto a investire in strumenti Esg (ambientali, sociali e di governance), un dato in netta crescita rispetto al 52,5% del 2021. Il 22,8% li considera addirittura la propria prima scelta.

Risparmio gestito: l’importanza del consulente finanziario

Il settore del risparmio gestito non è esente da rischio truffa. Quasi la metà degli italiani (47,8%) ha ricevuto proposte di investimento rivelatesi poi truffe, soprattutto attraverso social e telefonate. Il 59,5% ha visionato pubblicità ingannevoli di piattaforme di trading online, mentre oltre la metà ha ricevuto messaggi sospetti per carpire dati sensibili. In questo contesto, la figura del consulente finanziario acquista centralità: il 29,2% degli investitori si affida a un professionista, mentre il 31,9% prenderebbe in considerazione strumenti più innovativi solo se guidato da un esperto.

Un rapporto basato sulla fiducia, spesso duraturo: il 27,3% dei risparmiatori ha lo stesso consulente da oltre dieci anni. Infine, cresce la consapevolezza dell’importanza dell’educazione finanziaria: il 58,8% sarebbe disposto a dedicare tempo ad approfondire le proprie competenze, soprattutto tra i giovani e gli adulti. Come sottolineato da Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni, il rapporto mostra “il ruolo centrale della gestione professionale nel dare forma ai progetti delle persone” e sottolinea la necessità di “un contesto trasparente e protetto in cui investire”.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata