Sale a otto il numero delle “monete fragili”

A stabilirlo è l’analisi condotta dal Financial Times in collaborazione con Schroeders. Entrano Cile, Ungheria e Polonia

Erano cinque, appartenevano a SudAfrica, Turchia, Brasile, India e Indonesia, e le chiamavano monete “fragili”: la loro vulnerabilità era stabilita in base al confronto tra le dimensioni delle riserve nazionali in valuta straniera e la somma tra il debito esterno di breve periodo e il deficit delle partite correnti. Una Top5, dunque, che indica le valute emergenti più a rischio. Adesso però il loro numero sale a otto. A stabilirlo è l’analisi realizzata dal Financial Times in collaborazione con Schroeders: con il 2014 il ranking si allunga di tre posizioni, in seguito all’entrata di Ungheria, Cile e Polonia.Così rivista, la classifica vede comunque confermato il primato della moneta turca: è lei la più vulnerabile, a fronte dei 137 miliardi di dollari di riserve estere ha 150 miliardi tra debito estero a breve termine e deficit delle partite correnti. Al secondo posto, entra invece di prepotenza il Cile (41 miliardi su 39), seguito dall’Indonesia (98 mld su 86) e India (272 mld su 234). Chiudono la Top Ungheria (45 mld su 27), Brasile e Polonia (107 mld su 51).

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