L’a.d. di Ansaldo, Giuseppe Zampini, gongola. Perché, alla fine, ha prevalso lui, da sempre contrario alla vendita della società genovese, specializzata in progettazione e realizzazione di centrali a gas e carbone di medie dimensioni. I tre anni di trattativa, che hanno visto gruppi come Siemens e General Electric corteggiare l’Ansaldo Energia, si sono infatti chiusi con la conferma dell’italianità dell’azienda. La Shanghai Electric ha, infatti, rilevato il 40% della società dal socio di maggioranza Cassa Depositi Prestiti che, a sua volta subentrata a Finmeccanica, deteneva l’85% delle quote. Gli effetti di quest’operazione, costata 400 milioni di euro, saranno almeno due: la quotazione a medio termine in Borsa di Ansaldo, e l’apertura di nuovi sbocchi sul mercato asiatico, che rappresenta il 50% del mercato mondiale. Nella stessa Shanghai verrà costruito un centro della nuova joint venture Ansaldo – Shanghai Electric. Non solo. Stando alla nota diffusa, l’accordo permetterà di “ottenere nuovi ordini con importanti impatti sul fatturato e l’occupazione prevedibili in: +20% incremento del fatturato nel medio-lungo periodo, + 3-4 unità all’anno di nuove turbine prodotte a Genova e 500 nuovi posti di lavoro, incluso l’indotto di 35 ingegneri in 7 anni”. Infine, con la coreana Doosan è stato raggiunto un accordo di ricerca&sviluppo per progettare una nuova turbina a gas destinata ai Paesi con rete elettrica a frequenza 60hz (Nord America, Brasile, Arabia Saudita, Corea).
© Riproduzione riservataShanghai Electric rileva il 40% di Ansaldo
L’operazione, il cui closing è fissato per la fine dell’anno, vale 400 milioni di euro. Previsti 500 nuovi posti di lavoro