Telecom, al via la nuova governance: Bernabè presidente esecutivo

Al fianco dell’ex amministratore delegato il manager Marco Patuano, nuovo ad del gruppo, e Luca Luciani, nuovo direttore generale. Nascono due macroaree: Italia e America latina

Il capo azienda Franco Bernabè, manager delle svolte, e i due ‘giovani’ Marco Patuano e Luca Luciani, cresciuti all’interno del gruppo, con esperienze all’estero. È questo il mix al vertice di Telecom Italia scelto dai soci Telco. Per altri tre anni sarà Franco Bernabè a guidare Telecom Italia, con un ruolo – quello di presidente esecutivo – da vero capo azienda. Dopo settimane di contatti tra i soci, alcuni dei quali pensavano a un rinnovamento forte che avrebbe potuto mettere in crisi anche il ruolo dell’attuale amministratore delegato, lunedì 14 marzo il consiglio di amministrazione di Telco – la holding tra Mediobanca, Generali, Intesa SanPaolo, Benetton e la compagnia iberica Telefonica, che ha in pancia complessivamente il 22,5% del gigante italiano delle telecomunicazioni – varerà liste per il consiglio di Telecom che porteranno a fare di Bernabè un presidente con tutte le deleghe, cui risponderà un amministratore delegato, il manager comunque in ascesa Marco Patuano, e il neo direttore generale, Luca Luciani, che porta in dote i buoni risultati di Tim Brasil. Bernabè avrà le deleghe sulle operazioni straordinarie, la finanza, i rapporti con le authority e la comunicazione istituzionale. L’attuale presidente Gabriele Galateri di Genola, benvisto dagli spagnoli, conserverà un posto in consiglio. Ma nel segno della continuità è tutto il prossimo Cda di Telecom: Mediobanca dovrebbe indicare Renato Pagliaro e Tarak Ben Ammar, per Intesa SanPaolo dovrebbero esserci Gaetano Miccichè ed Elio Catania; per Generali, Aldo Minucci, Mauro Sentinelli e Jean Paul Fitoussi; per Telefonica, Cesar Alierta e Julio Linares, con Galateri di Genola candidato in quota Telco. Ancora da designare i tre componenti per le ‘minoranze’. La vera novità sta una forte divisione della governance del gruppo in due macroaree, Italia e America latina, che non c’era mai stata prima. Viene così data continuità ai vertici del gruppo, ma si inizia contemporaneamente un’evoluzione manageriale e generazionale.

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