Dopo il fallimento della fusione tra Honda e Nissan, si cercano nuove strade per salvare la casa automobilistica in difficoltà. Secondo alcune voci, potrebbe essere Tesla di Elon Musk a soccorrere il gruppo automobilistico giapponese. A corteggiare Musk sarebbe un gruppo giapponese guidato da Hiro Mizuno che il fondatore di SpaceX conosce molto bene: era infatti nel board dell’azienda americana.
Con il supporto dell’ex primo ministro, Yoshihide Suga, Mizuno ha formulato un piano per fare in modo che il produttore statunitense di veicoli elettrici investa nella casa automobilistica giapponese.
Tesla-Nissan: i dettagli del piano
Secondo voci vicine agli attori in gioco, Tesla sarebbe interessata ad acquisire gli impianti di Nissan negli Stati Uniti, diventando un partner di primo piano nel settore tecnologico. “La fabbrica Tesla è il prodotto. La linea di produzione di Cybercab non ha eguali nell’industria automobilistica”, ha dichiarato Elon Musk, riferendosi a un Cybercab a due posti e due porte, senza volante e pedali, che utilizzerebbe telecamere e l’AI per muoversi e che verrebbe prodotto nel 2026.
Oltre a Tesla, anche Foxconn ha rinnovato il proprio interesse, espresso già quando c’era in ballo la trattativa fra Nissan e Honda, rispetto al fatto che possa diventare partner della casa automobilistica giapponese. Infine, Kkr & Co. starebbe valutando un possibile investimento nel settore.
Si tratta di alternative concrete, dato che non è detto che Tesla dica di sì al piano proposto da Mizuno. L’azienda di Musk, infatti, si trova in difficoltà in un mercato in rallentamento. Inoltre, “per Tesla, è difficile pensare che ci siano vantaggi nell’acquisire Nissan”, ha dichiarato Yasuhiko Hirakawa, responsabile degli investimenti di Rakuten Investment Management. Ha posto l’attenzione sul fatto che non è detto ci sia qualcosa di cui “Teslaabbia bisogno e che Nissan possa offrire”.
Intanto, però, Nissan ha bisogno di aiuto per rilanciarsi, soprattutto dopo che è saltato l’accordo con Honda che ha tenuto banco per mesi e che sembrava rappresentare un’occasione concreta di ripartenza per la casa automobilistica. Insieme avrebbero creato un terzo polo, dietro a Toyota e Volkswagen.
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