Voto plurimo, la rivolta dei fondi esteri (e non solo)

Anche docenti universitari e decine di fondi pensione nella mobilitazione che, a colpi di lettere aperte, punta a non prorogare le agevolazioni scadute con il 31 gennaio 2015. Ecco perché

La mobilitazione contro l’introduzione del voto multiplo è massiccia: nel giro di poche settimane, sono state spedite ben due lettere aperte sull’argomento. La prima, indirizzata a governo, Bankitalia e Consob vede come firmatari oltre cento docenti universitari e consiglieri non esecutivi italiani, il network di 73 fondi pensione Eumedion nonché un consistente gruppo di investitori internazionali quali Amundi, Aviva, Fidelity, Ing, Ubs. La seconda missiva, spedita il 28 gennaio al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, è invece stata redatta dall’associazione corporate governance Icgn che vanta al suo interno colossi mondiali come BlackRock.

La richiesta comune è la seguente: non prorogare la possibilità, scaduta con la fine di gennaio 2015, di utilizzare la maggioranza semplice al posto dei due terzi previsto nelle assemblee straordinarie, per approvare le modifiche statuarie. Tale agevolazione sarebbe stata definita dalla lettera di Icgn “un trattamento iniquo” che rischia di “danneggiare l’attrattività del mercato italiano per gli investimenti globali”. Nel mirino finisce soprattutto il voto maggiorato che nelle società quotate assegna un voto aggiuntivo ai soci con almeno 24 mesi. Un trattamento giudicato disparitario e che spinge a ripristinare il principio un’azione – un voto.

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