Google, il processo continua: arriva l’ipotesi smantellamento

Nuovo capitolo della battaglia tra l'Antitrust americana e Google: si pensa a rendere impossibili gli accordi tra il colosso tech e partner che potrebbero rafforzare il suo dominio

Evoluzione processo Google© Shutterstock

Continua a essere sotto osservazione (e sotto attacco) l’impero di Google. Nelle scorse settimane si è aperto il secondo capitolo di United States vGoogle, caso antitrust federale intentato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro il colosso tecnologico. E adesso più che mai si parla di un risoluzione che potrebbe cambiare non solo la sua storia, ma anche quella del nostro stesso modo di muoverci sul web.

Per inquadrare meglio la situazione è fondamentale sapere che attualmente sono in corso, negli Stati Uniti, due grossi processi contro Google: United States vGoogle LLC 2020 United States vGoogle LLC 2023. Entrambi i processi sono stati intentati dal già citato Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, ma mentre il primo fa focus sulle pratiche di mercato dei motori di ricerca di Google ed è guidato dal giudice Amit Mehta, il secondo è persino più spinoso.

Sì, United States vGoogle LLC 2023 è totalmente concentrato sulle pratiche di mercato della tecnologia pubblicitaria di Google e indaga un settore più che fruttuoso, che muove cifre da capogiro. Per il primo processo, la condanna è avvenuta durante l’estate: Metha ha affermato che «Google ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online».

Nelle scorse settimane è arrivata anche la scure del secondo processo: la giudice Leonie Brinkema, a cui spetta ancora la sentenza finale, ha già affermato che in base ai dati raccolti, Google ha «abusato illecitamente della sua posizione dominante nella pubblicità digitale». Ma non è tutto qui, perché la giudice ha anche pronunciato una parola che fa tremare Mountain View, ovvero breakup.

Si sta sostanzialmente considerando uno smantellamento, una separazione forzata di ciò che oggi risulta legato in maniera scorretta nei confronti della concorrenza: Google e i suoi partner commerciali, che vanno da Samsung a Apple, passando per Verizon e altre società.

Questo breakup implicherebbe un’ammissione di colpa da parte dell’Antitrust americana che, in passato, ha dato il via libera a operazioni e accordi senza soppesarli con la dovuta attenzione, ma dall’altra parte sembrerebbe l’esito più logico del caso. Di fatto però, secondo gli esperti, avviare una scissione vera e propria potrebbe avere un impatto di non poco conto anche sugli utenti e sui consumatori.

Sarebbe più pratico, come riporta anche il Wall Street Journal, limitare le azioni di Google con strumenti più mirati e testati come l’obbligo per smartphone e piattaforme in generale di aprire i propri ecosistemi a operatori concorrenti. Di fatto, ancora nulla è sicuro: la giudice Brinkema ha il gravoso compito di “risolvere” una causa complessa, dove le competenze dell’antitrust devono essere applicate a un settore in divenire e scarsamente regolamentato come quello della pubblicità online.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata