Incroci stampa-tv, l’Antitrust avverte: non decida Berlusconi

L’Autorità minaccia un’istruttoria in base alla legge sul conflitto di interessi e richiede di sottrarre alle competenze del premier la disciplina sul divieto di incroci, in scadenza il 31 marzo 2011

È inopportuno che sia il premier Silvio Berlusconi a decidere se prorogare o meno il divieto di incroci proprietari tra stampa. È il messaggio inviato dall’Antitrust al presidente del Consiglio e ai due rappresentanti di Camera e Senato che invita il governo a sottrarre alle competenze del premier Berlusconi la disciplina sul divieto di incroci, in scadenza il 31 marzo 2011, che dovrebbe essere prorogata secondo la nuova legge Milleproroghe. Quello dell’Autorità è solo un avvertimento ma, nel caso non venisse seguito, l’Antitrust è pronta ad aprire un’istruttoria in base alla legge sul conflitto di interessi. Da ambienti della maggioranza si fa notare che è stato rispettato lo spirito delle richieste del Quirinale, in direzione di un ritorno, in generale, al testo originario del Milleproroghe. Dopo lo stop del Colle e la presentazione del maxiemendamento governativo, l’ultima versione del decreto ha riportato al 31 marzo la proroga del divieto di incroci, che in un primo momento era stato allungato al 31 dicembre 2012 con un emendamento del Pdl in commissione Bilancio e Affari costituzionali al Senato. Al momento, dunque, dal primo aprile i soggetti che possiedono più di una rete televisiva potranno acquisire partecipazioni in imprese editrici di quotidiani: e l’opposizione da settimane paventa la scalata di Mediaset al Corriere della Sera. Lo stesso Milleproroghe, però, prevede che spetti al premier la facoltà di stabilire, con proprio decreto, di concerto con il ministro dell’Economia, l’ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2011. Ed è proprio su questo aspetto che si appuntano le critiche dell’Antitrust, che invita a cambiare la disposizione del Milleproroghe, sottraendo il potere discrezionale al premier, con una norma parlamentare o con un decreto legge.

Milleproroghe, ecco cosa cambia.

© Riproduzione riservata