Internet mobile veloce, l’asta si complica

Pronto a partire il beauty contest che assegnerà le frequenze digitali, i problemi si spostano sull’asta Lte dedicata agli operatori della telefonia. Tv locali e Difesa pronte a cedere le frequenze solo dietro lauto corrispettivo. A rischio 2,4 miliardi di euro

È tempo di aste, se dopo il via libera del Consiglio di Stato a Sky, il beauty contest per l’assegnazione delle frequenze digitali è pronto a partire (Paolo Romani ha dichiarato che la procedura sarà indetta al massimo in qualche settimana), è un’altra gara a preoccupare. Si tratta della gara per l’assegnazione delle licenze Lte (Long Term Evolution) quelle che gli operatori mobile (Telecom, Vodafone e Wind) aspettano per implementare i loro servizi mobile evoluti. All’asta dovrebbero andare i canali che vanno dal 61 al 69 attualmente occupati dalle Tv locali e dal ministero della Difesa. Dovrebbero in quanto sia le Tv locali, che i militari non sembrano disposti a liberare le frequenze se non dietro una lauta contropartita economica. E così per la somma che il governo si augurava di incassare, quei famosi 2,4 miliardi di euro già inseriti nella legge di stabilità, potrebbero esserci dei problemi. Giulio Tremonti ha già messo le mani avanti, se entro il 30 settembre i 2,4 miliardi non arriveranno, è pronto a effettuare un taglio lineare sui bilanci di tutti i ministeri per recuperare la stessa cifra.

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