Sono 40 le realtà italiane quotate con capitalizzazione superiore a 1 miliardo di euro che hanno sovra-performato rispetto al mercato azionario italiano in questi 10 anni. Le cosiddette Italian Champions vanno da Sesa (+987% di ritorno in due lustri) a Saras (+126%), sono ben bilanciate tra large caps (21 titoli del Ftse Mib) e smallmid caps (19 del Ftse Mid) e vedono una maggiore concentrazione rispetto al mercato dei settori industriale, utilities, consumer e tecnologico.
Aziende quotate: le Italian Champions di Equita
A selezionarle è stata Equita, che ha analizzato in particolare come sono cambiate le caratteristiche delle prime 10 aziende del paniere di oggi (Sesa, Reply, Stellantis, Mol, Stm, Amplifon, Recordati, Interpump, Tip ed Erg), rispetto a cinque anni fa, quando l’investment bank italiana aveva condotto la prima analisi sulle Italian Champions.
Dall’analisi, è emerso in particolare, che la capitalizzazione media del paniere è decisamente salita (circa 12 miliardi di euro, quasi triplicata rispetto ai 4 miliardi del 2018) con una presenza di grandi gruppi che erano assenti nel 2018 (la capitalizzazione più elevata nel 2018 era inferiore a 10 miliardi di euro contro i 55 miliardi di oggi).
Chi entra e chi esce
In questi cinque anni il portafoglio ha visto l’ingresso di titoli del settore delle energie rinnovabili (Erg) che non erano presenti nel 2018 e una forte espansione dei titoli legati alla tecnologia (oltre a Reply, che si conferma nel paniere, sono entrate anche Sesa, Stm e una fintech come Mol). Si confermano player come Recordati e Amplifon legati al settore healthcare. Entrano due industriali come Interpump (molto vicina alla soglia nel 2018) e Stellantis (capace di realizzare un’operazione transformational nel 2019 tale da rafforzarne il posizionamento competitivo e supportarne la performance) al posto di altre due industriali come Brembo e Ima (uscita dal mercato). Entra nel panel infine Tamburi Investment Partners (Tip), un operatore finanziario da sempre focalizzato in investimenti in titoli di eccellenza e che rispetto al 2018 ha ora ampiamente superato la barriera di 1 miliardo di capitalizzazione.
I rendimenti
I titoli del paniere analizzato da Equita hanno registrato mediamente una crescita dei ricavi del 9% Cagr e degli utili del 24% Cagr nel decennio, confermando una forte vocazione all’export, che rappresenta mediamente oltre il 60% dei ricavi.
Si conferma, inoltre, una prevalente connotazione imprenditoriale/familiare per le aziende del paniere (8 su 10 hanno come azionista di riferimento l’imprenditore o la famiglia di fondatori), ma in strutture di controllo meno rigide, visto che oggi solo nel 30% di queste aziende l’azionista di riferimento detiene almeno la metà del capitale, percentuale che sale al 50% se guardiamo ai diritti di voto, grazie all’ampia adozione di azioni a voto maggiorato (presenti in 6 casi su 10). Nel 2018 le aziende del panel che avevano un azionista di riferimento sopra il 50% del capitale erano il 90% e 100%
La liquidità rimane una criticità importante
La liquidità dei titoli rimane ancora un tema critico. La media del panel vede una liquidità giornaliera nei primi nove mesi del 2023 di 35 milioni di euro, un numero però fortemente condizionato dalla Stellantis e Stm che hanno scambi medi giornalieri superiori a 100 milioni. Sei titoli su 10 del paniere hanno invece scambiato in questo stesso periodo meno di 10 milioni al giorno.
Equita evidenzia come sia cresciuta tra le Italian Champinos la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di credito, con il 60% dei titoli del paniere che ha fatto ricorso al mercato dei capitali contro il 20% nel 2018. Infine, è rimasto molto diffuso tra le aziende del paniere il ricorso all’M&A: per nove società su 10 la capacità di acquisire e integrare aziende rappresenta una parte essenziale dei driver di crescita.
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