L’Italia potrebbe presto diventare la nuova casa dei milionari in “fuga” dal Regno Unito. Dall’aprile 2025, infatti, nel Paese britannico decadrà un regime fiscale favorevole in vigore da oltre 200 anni e che ha favorito le persone fisiche residenti ma non domiciliate. Gli attuali residenti d’oltremanica potrebbero scegliere Milano o altre città italiani con l’obiettivi di sfruttare quel regime fiscale agevolato per i neo-residenti in vigore dal 2017.
Nel nostro Paese, infatti, i neo-residenti che non hanno pagato tasse in Italia negli ultimi dieci anni possono beneficiare di una tassa fissa annuale di 100 mila euro, indipendentemente dall’importo dei redditi esteri prodotti e fino a un massimo di 15 anni. Questo meccanismo si propone di attrarre non solo investitori ma anche pensionati e imprenditori di alto profilo alla ricerca di stabilità e prevedibilità fiscale. Il governo italiano ha identificato in questo schema un metodo per rivitalizzare l’economia attraverso l’iniezione di nuove risorse finanziarie, allo stesso tempo offrendo un regime fiscale competitivo a livello internazionale.
I pro e contro della flat tax italiana
Da un lato, alcuni esperti la considerano una mossa audace per incentivare l’immigrazione di capitali in Italia, che potrebbe effettivamente tradursi in un rilancio economico grazie alla maggiore liquidità e agli investimenti diretti nel Paese. Dall’altro, vi sono voci critiche che sollevano questioni relative all’equità fiscale e agli effetti a lungo termine su un sistema fiscale che beneficia soprattutto coloro che sono già estremamente benestanti.
Il successo della “flat tax” italiana sarà valutato nel medio-lungo termine, quando sarà possibile analizzare l’effettivo impatto sul territorio in termini di arrivo di nuovi residenti facoltosi e relativo contributo all’economia locale.
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