Se il cinema in Italia non è più il grande malato, la prognosi resta comunque riservata. Ma, in realtà, qualcosa si muove: ci sono stati i successi de La stranezza, che è valsa a Ficarra e Picone la loro prima candidatura come Migliori attori ai David di Donatello, o del riuscito thriller L’ultima notte d’amore, con Pierfrancesco Favino. Per non parlare del caso Otto montagne, premiato l’anno scorso al Festival di Cannes, o del gettonatissimo franchising Me contro te.
Tuttavia, si è trattato di fenomeni circoscritti che non sono riusciti a innescare una ripresa più ampia e continuativa, diffusa in tutto il comparto. A dirlo sono gli stessi dati di box office (fonte Cinetel): tra il 1° gennaio e il 2 aprile 2023, gli incassi al box office sono stati 111,8 milioni di euro, per un totale di 15,8 milioni di presenze. Rispetto al 2022, si registra quindi un salto in avanti, di ben del 50% del numero di spettatori in sala, ma basta prendere come termine di paragone il 2019 perché i dati tornino in negativo. Prima dell’emergenza sanitaria, il boxoffice si attestava infatti a 175 milioni: siamo quindi sotto del -38%. Cosa bisogna fare per recuperare il terreno perduto? Quali sono le cause di questa impasse? Ne abbiamo parlato con alcuni dei principali produttori e distributori italiani.
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Questo articolo è tratto dal numero di Business People di maggio 2023, scarica il numero o abbonati qui