Le 118 aziende del vino che trainano il settore in Italia

Il settore è in difficoltà e la battuta d'arresto è chiaramente percepibile, ma l'attenzione delle aziende è sempre più alta soprattutto negli investimenti

Le 118 aziende del vino che trainano il settore in Italia© Shutterstock

Il vino italiano è uno dei prodotti d’esportazione più apprezzati in tutto il mondo, ma il settore, nel corso del tempo, ha subito molteplici cambiamenti e si è confrontato con diverse sfide che hanno messo alla prova le aziende vitivinicole. In un panorama complesso, a emergere sono in particolare 118 aziende che nel corso del 2023 sono state in grado di migliorare i propri dati economici.

Questo campione dell’industria nazionale del vino non solo è riuscito a contrastare la tendenza negativa generalizzata e diffusa nel settore, ma rappresenta un vero e proprio zoccolo duro, in grado di sostenere i risultati dell’intero comparto anche nelle annate più difficili.

Come riportano i report dell’Osservatorio del Vino, attualmente le 118 aziende rappresentano il 64,9% del giro d’affari totale del comparto, pari a 14,1 miliardi nel 2023, 68,6% dell’export dell’intero mercato e oltre il 60% delle vendite sul mercato domestico.

Fra loro, 27  hanno superato quota 100 milioni di fatturato e valgono da sole più di 5,9 miliardi del totale e 3,8 miliardi di esportazioni, ma a restituire un quadro ancora più completo è la giornalista Anna Di Martino, che sulle pagine dell’inserto Economia del Corriere della Sera ha stilato una serie di classifiche basate sui risultati dei bilanci 2023.

Le aziende italiane del vino al top per crescita di fatturato e investimenti

A registrare i maggiori incrementi del fatturato sono state Mack & Schule Italia, Cantine 4 ValliLe Tenute del Leone Alato, Masi Agricola e Umani Ronchi, mentre a essere particolarmente fruttuose (leader di redditività) sono Tenuta San Guido (60,16%), Jermann (57,40%) e Biserno (51,37%).

Le cooperative pesano per il 43,2% sul giro d’affari complessivo, per il 35,8% sull’export e per il 53,1% sul fatturato italiano. Sul podio delle coop troneggia Cantine Riunite & Civ, seguito da Gruppo Caviro e Cavit e se si segue il percorso della cooperazione nella classifica degli ultimi cinque anni si nota che proprio queste aziende hanno sempre registrato incrementi regolari, senza eccessivi contraccolpi del mercato, cosa che va a vantaggio dei soci.

Il report del Corriere della Sera si concentra anche su un altro (e inedito) set di dati di spicco: quelli relativi delle aziende che hanno investito di più. Marchesi Antinori è prima sul podio con 26 milioni di euro, seguita da due cooperative, Gruppo Santa Margherita (25 milioni) e Gruppo Caviro (24,7 milioni).

Gli investimenti sono stati tutti incentrati su potenziamenti, tecnologie, operazioni di sostenibilità e di produzione: scelte oculate se si pena che guardando al mercato globale, l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi come la Francia (meno 9%), ma ciò non rende meno significativa la battuta d’arresto che si è registrata sia nel 2023 che nel primo semestre del 2024.

Per cercare di ovviare, molte aziende vitivinicole stanno infatti cercando di potenziare il loro perimetro operativo anche attraverso acquisizioni importanti. Dalle analisi risulta per altro evidente la differenza tra aziende ben attrezzate e non, con una pressione sempre più forte sulla necessità di trasformarsi o passare la mano alle nuove generazioni.

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