Le pmi italiane penalizzate dalle diverse normative europee: lo studio Amazon-Cna

Il colosso dell'e-commerce ha partecipato ad una ricerca volta a chiedere semplificazioni burocratiche per le imprese italiane e non solo

Il valore di Amazon supera i 2 mila miliardi a Wall StreetShuttershock

Le differenze normative tra Paesi europei sono una penalizzazione per le pmi italiane. Ad affermarlo è uno studio realizzato indipendentemente da Implement Consulting Group su 216 imprese italiane che ha visto la partecipazione di Amazon e della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna).

La ricerca punta quindi il dito contro il Mercato Unico Europeo che tuttavia non è ancora abbastanza integrato da garantire benefici significativi per tutti i Paesi della sua zona: per il 93% del campione intervistato, infatti, la semplificazione delle procedure è una delle iniziative chiave per accrescere il mercato e attirare nuovi investimenti.

Lo studio raccoglie le testimonianze dirette di PMI italiane in merito alle difficoltà che incontrano a crescere nel Mercato Unico Europeo ed ha elaborato 11 iniziative politiche specifiche per rilanciare il Mercato Unico Europeo, fondamentale per il 94% di loro. il 73% delle piccole e medie imprese ritiene che gli ostacoli normativi aumentino i costi, mentre il 65% afferma che le differenze normative tra paesi riducono la competitività; il 62% lamenta un calo dei profitti per questa situazione.

Leggi anche: Ddl Capitali: le nuove regole per Borsa, mercati e Pmi

«Le pmi costituiscono il 99% di tutte le aziende italiane e rappresentano il 64% del Pil del Paese e il 76% dell’occupazione del settore privato. Tuttavia, solo il 54% delle esportazioni italiane è effettuato dalle pmi. Questo studio mostra che la mancanza di armonizzazione normativa negli Stati dell’Unione Europea rappresenta una delle barriere più critiche che impediscono alle pmi italiane di crescere nel Mercato Unico. Una regolamentazione più semplice e armonizzata può favorire le pmi, creare nuovi posti di lavoro, salari più alti e un miglioramento della sicurezza del lavoro. Inoltre, i consumatori possono trarre beneficio da prezzi più bassi, innovazioni e tempi di consegna ridotti», ha dichiarato Eva Rytter Sunesen, partner di Implement Economics.

In questo contesto si inserisce anche Amazon, presente con 8 negozi online in Europea e secondo cui, si cita nello studio, le pmi europee sono importantissime per le attività nel Vecchio Continente. Per quanto riguarda l’Italia nello specifico, nel 2022 sono state oltre 21 mila le pmi che hanno scelto di utilizzare il negozio online, registrando complessivamente oltre 950 milioni di euro di vendite all’estero, il 20% in più rispetto all’anno precedente.

Il colosso dell’e-commerce ha quindi avanzato diverse proposte quali la riduzione della burocrazia per le pmi attraverso procedure doganali e fiscali più efficaci; l’introduzione di politiche di prodotto proporzionate e a favore sia dei consumatori che dei venditori; suggerisce quindi di ispirarsi al principio think small first nelle valutazioni d’impatto che nell’implementazione di progetti legislativi, per promuovere l’innovazione delle PMI e la crescita internazionale.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata