Interbrand svela la nuova classifica dei 100 brand che valgono di più al mondo

Il valore economico complessivo dei marchi nella classifica Best Global Brands è di 3.400 miliardi di dollari. Apple al comando, ma perde terreno dopo oltre 20 anni; di Ferrari la migliore performance. Nvidia, Pandora, Range Rover e Jordan le new entry

Compie 25 anni l’indice Best Global Brands dell’americana Interbrand, che da un quarto di secolo non mette solo in classifica dei brand che valgono di più al mondo, ma è un punto di riferimento internazionale nell’analisi e valore dei marchi.

Il podio dei Best Global Brands 2024

Apple si conferma al comando della classifica con un valore del brand pari a 488,9 miliardi di dollari, seguita da altri due marchi americani: Microsoft (352,5 miliardi) e Amazon (298,1 miliardi), entrambi in crescita. Per il marchio di Cupertino, invece, si registra per la prima volta in oltre 20 anni una diminuzione del valore pari al 3%.

Un calo che, spiega Greg Silverman, Global Director of Brand Economics di Interbrand, non dovrebbe preoccupare l’azienda produttrice di iPhone. “Al contrario di altri che si sono tuffati a capofitto nell’intelligenza artificiale, Apple ha intrapreso un percorso più consapevole, in modo da garantire che le proprie versioni di intelligenza artificiale corrispondessero ai valori aziendali”, ha affermato Silverman. “Questa scelta ha anteposto la fiducia a lungo termine ai ricavi a breve termine. Questa mossa ha quindi portato a una crescita delle azioni del 20% da inizio anno e prevediamo che il valore di questo brand aumenti nella classifica del 2025”.

Le new entry e chi cresce di più quest’anno

Nvidia (che entra in 36esima posizione), Pandora (91°), Range Rover (96°) e Jordan (99°) sono i nuovi ingressi di quest’anno. Di particolare interesse è l’entrata di Jordan, il primo personality brand a conquistare un posto nella Best Global Brands. Uber (n. 78) e Lg (n. 97) invece entrano nuovamente in classifica.

A crescere di più è, invece, un marchio italiano: Ferrari ha conquistato quest’anno il titolo di Top rising brand, con un incremento del valore del 21%; bene anche YouTube (+16%).

La Best Global Brands 2024 di Interbrand (clicca per ingrandire)

Le performance dei brand italiani

Oltre a Ferrari, anche Gucci (n. 41) Prada (n. 83) si riconfermano nella Best Global Brands. Gucci risente del periodo di transizione, registrando un calo del valore del brand. Prada invece si conferma in una fase ascendente con una crescita del 14% (la seconda crescita più alta tra i brand del lusso), dovuta a risultati finanziari superiori alla media e alla sua capacità di costruire relazioni a lungo termine con le sue audience di riferimento.

“Le performance dei brand italiani sono un’ulteriore dimostrazione che i brand con i migliori tassi di crescita sono quelli che sono in grado di evolvere e fare evolvere le relazioni con i consumatori”, afferma Lidi Grimaldi, Ceo della sede italiana di Interbrand. “Sono in grado di leggere e anticipare le aspettative dei consumatori e di creare relazioni rilevanti trascendendo il settore di appartenenza e ampliando la loro presenza”.

I brand che valgono di più al mondo hanno “perso” 3.500 miliardi

Il valore complessivo dei 100 brand globali parte della classifica è aumentato di 3,4 volte dalla prima edizione di Best Global Brands, passando da 988 miliardi di dollari a 3.400 miliardi. Un quarto di secolo di analisi rivela che, se da un lato le tattiche di performance marketing possono portare proventi finanziari a breve termine, la mancanza di investimenti in una strategia di brand nel lungo periodo non ha permesso ai brand dello studio di realizzare valore per almeno 3.500 miliardi di dollari. Solo nell’ultimo anno, si evidenzia nell’analisi di Interbrand, questo si è tradotto in 200 miliardi di dollari di mancati ricavi. “Se questi brand fossero stati gestiti come asset strategici per la crescita, il valore complessivo dei brand in questa classifica avrebbe potuto raggiungere 6.900 miliardi di dollari. La crescita che osserviamo nasconde un’incredibile opportunità mancata”, ha osservato Gonzalo Brujó, Global Ceo di Interbrand.

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