Un colpo di scena per il Festival di Sanremo: il Tar della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai dell’organizzazione dell’evento per le edizioni successive al 2025. La decisione accoglie il ricorso presentato da Sergio Cerruti, presidente dell’Associazione fonografici italiani (Afi) e Managing Director dell’etichetta discografica JE, contro il Comune di Sanremo e la Rai per l’esclusiva sull’utilizzo del marchio “Festival della canzone italiana”.
Nonostante la bocciatura, il Tar ha confermato l’efficacia della convenzione già stipulata per l’edizione 2025, giudicando «sproporzionato e irragionevole» intervenire a pochi mesi dall’evento, che sarà condotto da Carlo Conti. Tuttavia, dal 2026 in poi, l’organizzazione del Festival dovrà essere assegnata tramite una gara pubblica, ponendo fine all’affidamento diretto.
La replica della Rai
In una nota ufficiale, Rai ha sottolineato come i giudici abbiano confermato la validità della convenzione per il 2025 e la titolarità del format televisivo utilizzato per il Festival. Secondo la Rai, le irregolarità riscontrate riguardano esclusivamente le delibere del Comune di Sanremo relative all’uso esclusivo del marchio e ad alcuni servizi collegati all’evento. La società ha rassicurato sul fatto che, almeno per il 2025, la manifestazione «nella sua veste attuale» resterà nelle sue mani, senza alcun rischio di intervento da parte di terzi.
Cosa cambia dal 2026
L’edizione 2025 sarà l’ultima a seguire il modello di affidamento diretto. Successivamente, la necessità di una gara pubblica potrebbe cambiare gli equilibri nella gestione del Festival, tradizionalmente associato alla Rai. La decisione del Tar apre dunque nuove prospettive per l’organizzazione dell’evento simbolo della musica italiana.
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