Televisione: a Rai, Sky e Mediaset il 77% del mercato italiano

L’analisi di Mediobanca sul mercato radiotelevisivo italiano, che nel 2023 ha registrato un giro d’affari pari a 8,9 miliardi di euro (+1,6%). Sottotono i ricavi da Pay Tv, mentre i servizi S-Vod crescono a doppia cifra

Televisione: a Rai, Sky e Mediaset il 77% del mercato italiano© Getty Images

Mercato televisivo in crescita in Italia, con Rai, Sky e Mediaset che giocano ancora un ruolo da protagonisti, anche se acquistano sempre più peso specifico gli operatori in streaming. È il bilancio tracciato dal Report Media & Entertainment diffuso oggi da Mediobanca secondo cui nel 2023 il giro d’affari del settore è stato pari a 8,9 miliardi di euro (+1,6% sul 2022, ma in calo del 6,9% sul 2019).

In base all’analisi del settore, la ripresa in Italia ha interessato tutti i comparti, anche se la Tv a pagamento risente di tendenze diametralmente opposte con la Pay Tv tradizionale che continua a calare (-4,9%), anche se con un’intensità minore rispetto agli anni passati, mentre i servizi S-Vod proseguono la crescita a doppia cifra (+10,4%)

I protagonisti del mercato televisivo in Italia

Lo scorso anno i ricavi dei dieci principali operatori del comparto Media & Entertainment italiani sono cresciuti grazie alla continua espansione del segmento S-Vod (+9,2%) e alla ripresa del mercato pubblicitario (+3%).

I primi tre broadcaster tradizionali (Rai, Sky e Mediaset) sviluppano il 77% del giro d’affari complessivo. In termini di fatturato, Rai si attesta in prima posizione nel 2023 (2,7 miliardi di euro, +0,3% sul 2022), seguita da Sky (2,1 miliardi, +2,3%) e Mediaset (2 miliardi, +2,5%). Prosegue la crescita esponenziale delle piattaforme online, ora attive anche nel mercato pubblicitario attraverso il lancio di offerte cosiddette Subscription AD-supported, con Netflix che nel 2022 (ultimi dati disponibili) ha registrato ricavi per 616 milioni di euro grazie ai suoi oltre 5 milioni di abbonati.

Nonostante l’inasprimento del contesto competitivo, dovuto alla continua evoluzione tecnologica e alla crescente offerta, il settore nel 2023 mostra una certa stabilità dei livelli occupazionali sul 2022 (-0,9%). Rispetto al periodo pre-pandemico la riduzione degli organici è però più accentuata, principalmente in seguito al progressivo switch tra il business della TV lineare e la crescente offerta streaming, che è meno labour intensive della prima.

L’ebit margin aggregato è ancora negativo (-1,4% nel 2023), ma in netto miglioramento (+4% rispetto al 2022). La non soddisfacente redditività dei principali operatori è una diretta conseguenza dell’ingresso nel settore dei cosiddetti Ott (come Netflix e Dazn).

Le previsioni di fatturato 2024

Per l’intero 2024 si stima una crescita del 2% dei ricavi complessivi dei principali operatori italiani del settore, grazie alla prevista ripresa del mercato pubblicitario (+5%), trainato principalmente dagli importanti eventi sportivi dell’anno (in primis Olimpiadi ed Europei di calcio), alla continua crescita dei formati Subscription AD-supported e all’incremento degli abbonamenti ai servizi streaming, anche se con un impulso ridotto rispetto al passato.

Con il segmento S-Vod sempre più competitivo e vicino alla saturazione, considerando anche la diminuzione del potere d’acquisto del consumatore medio, si intensificherà la competizione nelle offerte A-Vod (Advertising Video on Demand) e Subscription AD-supported (un ibrido tra S-Vod e A-Vod). È quindi lecito attendersi nel prossimo futuro un rallentamento delle sottoscrizioni a pagamento.

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