Nuovi equilibri nel mercato globale delle telecomunicazioni. Secondo quanto riportato dal Report Telco 2024 di Mediobanca, con 128,6 miliardi di euro di ricavi la cinese China Mobile si posiziona al primo posto tra i big delle telecomunicazioni, scalzando il colosso americano Verizon (121,2 miliardi) e piazzandosi davanti anche all’unico player europeo a tenere testa ai grandi internazionali, Deutsche Telekom, che presenta un fatturato di 112 miliardi di euro, due terzi dei quali sono generati dalla controllata statunitense T-Mobile.
Asia al vertice, Europa e America a confronto
Secondo lo studio di Mediobanca, nel 2023 le compagnie asiatiche hanno continuato a crescere, specialmente grazie al consolidamento dei servizi 5G, mentre le telco americane hanno registrato una lieve flessione. Le telco europee, invece, nonostante un incremento complessivo dell’1,4% nei ricavi del primo semestre 2024, mostrano una struttura finanziaria sotto pressione e un mercato frammentato. Questo quadro di bassa redditività e limitate possibilità di investimento impedisce una competizione efficace con i grandi player internazionali.
I margini di profitto degli operatori europei restano più bassi rispetto alla media globale, con alcune eccezioni. Deutsche Telekom, Swisscom e BT Group guidano per redditività industriale in Europa, ma i margini dell’area restano ben lontani da quelli dei colossi asiatici.
Tra i player globali, l’indiana Bharti Airtel vanta un margine Ebit del 30,4%, un dato che mette in luce l’efficienza delle società asiatiche nel trarre profitti da un mercato in espansione, soprattutto nel 5G e nei servizi digitali.
Il mercato italiano delle Telco
Anche il mercato italiano delle telecomunicazioni riflette l’instabilità economica del settore a livello europeo. Con un giro d’affari di 27,1 miliardi di euro nel 2023, in lieve aumento rispetto al 2022 (+0,8%), l’Italia si colloca al quinto posto tra i principali mercati del Vecchio Continente. Tuttavia, nel lungo periodo, i ricavi delle telco italiane hanno subito una contrazione del 9,7% negli ultimi cinque anni, fenomeno che ha portato il margine Ebit aggregato in territorio negativo (-0,1% nel 2023).
Nonostante una forte espansione del traffico dati, cresciuto del 248% nella rete mobile e del 124% nella rete fissa, la riduzione delle tariffe e l’aumento della concorrenza hanno eroso i margini di profitto, riducendo gli investimenti e rallentando lo sviluppo infrastrutturale. La recente vendita della rete di Tim, ad esempio, ha permesso all’operatore di ridurre il proprio debito, ma a costo di un ridimensionamento complessivo della sua presenza sul mercato globale
Nel contesto nazionale, Tim si conferma leader per ricavi, con 11,9 miliardi di euro nel 2023, seguita da Vodafone Italia (4,8 miliardi), Wind Tre (4,1 miliardi), Fastweb (2,6 miliardi) e Iliad (1,1 miliardi). I principali player italiani sono alle prese con la crescente concorrenza delle offerte low-cost dei numerosi operatori virtuali, che esercitano una pressione continua sulle tariffe e sulle strategie commerciali degli operatori tradizionali.
La recente fusione di Fastweb con Vodafone Italia, attesa nel 2025, rappresenta un tentativo di consolidamento per ridurre i costi operativi e aumentare la capacità d’investimento, ma il mercato italiano resta comunque tra i più frammentati d’Europa. A livello normativo, le telco italiane chiedono all’Unione Europea interventi per facilitare i processi di fusione e favorire una regolamentazione che permetta di recuperare competitività a fronte dei colossi globali. In questo scenario, l’accesso ai fondi del Recovery Fund per lo sviluppo della connettività e del 5G potrebbe rappresentare un’occasione importante per l’Italia, ma sarà necessario un forte impegno degli operatori infrastrutturati per trarre vantaggio da questi finanziamenti e rispondere alle esigenze del mercato interno.
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