Messi a bocca asciutta, il vino a marchio “Leo” non s’ha da fare

La stella del calcio prova a lanciarsi nella produzione di vini e bevande analcoliche a suo nome, ma una sentenza europea rigetta la registrazione del brand. Ecco perché

È proprio il caso di dirlo: questa volta Lionel Messi è rimasto a bocca asciutta. No, non stiamo parlando del Pallone d’Oro assegnato nei mesi scorsi a Cristiano Ronaldo (dopo un dominio incontrastato del calciatore del Barcellona per quattro anni), ma della battaglia legale riguardante la registrazione del marchio “Leo” per la commercializzazione di vini e bevande analcoliche a lui legate.Il problema? La registrazione del marchio in Europa – che risale al 2012 e inizialmente approvata – non è andata giù a un imprenditrice lusitana, Maria Leonor Pires Freitas Campos, titolare della cantina Ermelinda Freitas di Setubal, che produce già da tempo il vino Leo d’Honor. Due “Leo” sono di troppo e l’Unione europea le ha dato ragione, nonostante il ricorso dei legali di Messi, secondo i quali un vino a marchio Leo – in Argentina distribuito dal 2010 – sarebbe stato ricondotto dal pubblico al calciatore. La battaglia legale, però, non è ancora finita. Gli avvocati del calciatore lo scorso giugno hanno presentato un nuovo ricorso, sul quale dovrà pronunciarsiil Tribunale generale europeo.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata