Operatori e content provider, tensione sul filo delle tlc

Gli operatori chiedono che colossi come Apple, Google, Facebook e Twitter contribuiscano ai costi per sfruttare la Rete dalla quale traggono sostentamento. Piccola apertura di Google che riconosce il ruolo degli operatori

Competizione ma anche cooperazione e soprattutto apertura e regole uguali per tutti quelli che lavorano nel mondo delle tlc, sulla rete o sopra. È il richiamo forte che sale dal Mobile World Congress di Barcellona. Da una parte ci sono i grandi operatori come Telecom, Vodafone, Telefonica e China Mobile che chiedono alle aziende che hanno il loro business a monte della rete (Apple, Google, Facebook e Twitter per citarne alcuni) di fare la loro parte sul fronte degli investimenti per le reti perché se chiedono qualità devono contribuire ai costi. “Non è una protesta ma l’esigenza di sedersi intorno a un tavolo – precisa l’ad di Telecom Franco Bernabè a Barcellona come presidente del Gsm Association – e discutere come si possa mantenere quell’alta la qualità delle risorse delle nostre reti che è stata una delle richieste della nostra clientela e remunerare gli investimenti”. Una prima piccola apertura, più di forma che di sostanza, è subito arrivata dal ceo uscente (ad aprile passerà il testimone al fondatore Larry Page) di Google, Erich Schmidt: “È importante – dice – riconoscere il ruolo degli investimenti nelle reti di nuova generazione da parte degli operatori di tlc. Investimenti che in particolare sono molto dispendiosi sui network mobili”.

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