Per l’Authority tutto fa pubblicità. E così scompare la posizione dominante di Mediaset

Nell’indagine dell’Agcom incluso anche web 2.0, marketing e relazioni pubbliche. Un calderone che diluisce la quota pubblicitaria del gruppo di Cologno Monzese

Se nel mercato pubblicitario esista o meno una posizione dominante lo stabilirà presto l’Agcom,una volta conclusa l’indagine conoscitiva del settore avviata nel 2010, quello che è certo è che il concetto di mercato pubblicitario è passibile di interpretazione. Fino a ieri, infatti, il garante delle Comunicazioni vi faceva rientrare solo la pubblicità che viaggia nei media tradizionali (giornali, televisione e radio), da oggi invece i confini risultano molto più ampi. Con un voto a maggioranza il consiglio dell’Authority riunitosi ieri ha, infatti, deciso di allargare l’indagine sul mercato pubblicitario in corso anche a tutto il web 2.0 (social network come Facebook e Youtube compresi) ma anche ai cosiddetti strumenti below the line, vale a dire alle attività di marketing e di comunicazione di relazione. Il voto favorevole all’allargamento, al quale ha partecipato anche il presidente dell’Authoritry, Corrado Calabrò, è arrivato nonostante il parere, di ben 14 pagine, nel quale i tecnici spiegavano come il marketing e la comunicazione di relazione siano una realtà distinta dal mercato classico della pubblicità, appartenendo addirittura a una filiera produttiva diversa.

Con questa decisione l’Authority allarga a dismisura, fino a farlo raddoppiare, il mercato pubblicitario. Un oceano nel quale la posizione di Mediaset, non solo non appare più dominante, ma si perde.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata