Il 68% dei dirigenti aziendali italiani esprime un parere favorevole nei confronti del Pnrr e del suo impatto sul sistema Paese in termini di competitività, produttività e attrattività. Inoltre, oltre il 50% degli intervistati ritiene che le riforme e le progettualità del Pnrr influenzeranno positivamente le performance a lungo termine della loro azienda.
Il sistema imprenditoriale italiano percepisce, quindi, i vantaggi e le opportunità derivanti dalle trasformazioni abilitate dal piano Italia Domani. A tal proposito, non sorprende che un terzo delle aziende intervistate abbia già adeguato la propria pianificazione strategica in funzione delle opportunità derivanti dal Pnrr, specialmente nell’ambito dell’innovazione digitale e della transizione verde. Inoltre, il 60% delle organizzazioni italiane si attende un effetto “moltiplicatore” sui propri investimenti grazie agli spill-over originabili dai fondi Ngeu.
A due anni di distanza dal lancio del Next Generation Europe, declinato come l’ormai noto Pnrr in Italia, Deloitte ha voluto approfondire come le società private e le istituzioni valutino questa opportunità di trasformazione senza precedenti.
Pnrr: investimenti per innovazione e digitalizzazione delle imprese
In base all’analisi di Deloitte, il 67% dei dirigenti italiani concorda con gli obiettivi di digitalizzazione dell’Unione europea, citando l’innovazione e la trasformazione digitale quali le priorità aziendali più importanti da perseguire. A questo proposito, più di un terzo delle organizzazioni italiane stanno aggiornando le loro strategie in tali ambiti, rispettivamente il 35% per innovazione e il 37% per digitalizzazione.
Il Pnrr e le misure abilitanti in esso contenute sono considerati, inoltre, dei catalizzatori degli investimenti privati: rispettivamente il 59% e il 62% dei dirigenti italiani intervistati dichiara che aumenterà significativamente i budget dedicati rispettivamente all’innovazione e alla digitalizzazione nel medio termine. Le aziende italiane auspicano, tuttavia, un maggiore sostegno da parte delle istituzioni alle attività private di R&S e innovazione. Questo dovrebbe essere opportunamente declinato in ambito finanziario (72%), normativo (50%) e formativo (45%).
Per le aziende il Pnrr sarà anche un volano per la sostenibilità
Oltre quattro aziende italiane su 10 percepiscono la sostenibilità come la chiave per l’ampliamento delle opportunità di business. Questa dinamica è anche corroborata dal fatto che secondo il 55% degli intervistati entro il 2030 i benefici di un modello di business sostenibile avranno già superato i relativi costi.
In questo contesto, per due manager su tre le riforme e gli investimenti previsti dal Pnrr svolgeranno un ruolo chiave nel migliorare gli sforzi di sostenibilità delle proprie organizzazioni e per circa la metà dei manager la sostenibilità e la transizione verde sono aree prioritarie da finanziare, in caso di disponibilità di ulteriori fondi.
Il 27% delle aziende dichiara di aver già avviato un processo di ripensamento del proprio approccio alla sostenibilità, talvolta radicale, mentre il 59% delle aziende ne aumenterà i budget. Il supporto delle istituzioni è particolarmente auspicato in ambito economico-finanziario attraverso ulteriori forme di incentivazione fiscale (65%) e in ambito legislativo attraverso la semplificazione del quadro normativo (36%).
L’ostacolo dei bandi per l’accesso alle iniziative del Pnrr
Sebbene i risultati indichino un sentiment positivo delle aziende italiane verso il Pnrr, le sfide che queste si trovano ad affrontare nel momento in cui si apprestano a partecipare ai bandi di gara del Piano non sono poche. Due aziende su tre si dicono interessate – con il 22% del campione che ha già identificato le gare a cui intende partecipare – ma solo il 2% di quelle che operano sul territorio nazionale hanno già presentato domanda per partecipare a uno o più bandi di gara.
Tra le sfide maggiori ci sono quelle legate ai criteri di ammissibilità che spesso sono troppo specifici o poco chiari (57%) e la difficoltà di reperire adeguate informazioni (44%). Infine, le aziende ritengono che il periodo di ammissibilità della spesa risulti troppo breve (43%) e le scadenze amministrative, connesse al bando e alla sua realizzazione, troppo compresse (32%).
Una quota non trascurabile del campione intervistato (il 38%) richiede poi un maggiore supporto da parte delle istituzioni preposte lungo tutto il processo di partecipazione ai bandi del Pnrr. Dunque, cogliere le opportunità del piano Italia Domani richiede uno sforzo non indifferente e, alla luce di questa necessità, quattro organizzazioni su 10 hanno già allestito una task-force interna, che spesso collabora con terze parti specializzate.
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