Stop ai talk show, per l’Agcom non s’ha da fare

Per l’Authority i programmi di informazione e approfondimento non vanno equiparati alle tribunali elettorali. Adesso a Zavoli la decisione sull’ammissibilità in commissione di vigilanza Rai dell’emendamento che impone lo stop

«I programmi di informazione e approfondimento vanno distinti dalle tribune politiche».È questa la presa di posizione netta dell’Agcom in merito al caso del probabile stop ai talk show che sta scuotendo l’emittente pubblica. Se è vero che il principio è stato utilizzato dall’autorità garante delle comunicazione per varare il regolamento sulla par condicio per le tv private nazionali in vista delle prossime elezioni, è anche vero che una decisione di senso opposto in Rai sarebbe alquanto strana. L’emendamento in studio alla commissione di Vigilanza Rai, presentato da Pdl, Lega e Responsabili si regge, infatti, proprio sull’equiparazione dei talk show alle tribune elettorali, prevedendo, quindi, anche per questi, il rispetto delle ferree regole della par condicio.

I precedenti

Non solo il pronunciamento dell’Agcom, altri sono i precedenti che potrebbero (o dovrebbero) spingere Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza Rai, a dichiarare oggi inammissibile l’emendamento proposto dalla maggioranza. Una sentenza del Tar del Lazio, pronunciata pochi mesi fa, aveva ribadito, alla lue di una precedente lettura data dalla Corte Costituzionale, la distinzione tra “programmi di informazione” e “comunicazione politica” radiotelevisiva e la conseguente illegittimità dell’applicazione ai primi della disciplina sulla par condicio prevista per la comunicazione politica.

Oggi la sentenza…

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