Le nuove generazioni hanno idee più che mai chiare sul proprio futuro professionale, anche sei i sogni degli studenti restano ancorati a mestieri tradizionali, con poco spazio per le professioni emergenti legate all’innovazione tecnologica. Il tasso degli indecisi è ai minimi storici: solo il 20% si ritengono ancora confusi o poco convinti e tutto ciò è da attribuirsi all’efficacia dell’orientamento scolastico e alla partecipazione crescente agli open day.
A fare un ritratto accuratissimo della situazione è l’ultima edizione dell’Osservatorio sull’Orientamento Scolastico, realizzato da Skuola.net in collaborazione con Unioncamere, che ha coinvolto oltre 2.000 alunni in uscita dal primo ciclo di istruzione. Lo studio parte da un quesito: a soli 13 anni i giovani italiani terminano la scuola media e sono chiamati a prendere una decisione cruciale per il loro percorso formativo, ma quanti sono pronti davvero?
Stando ai dati raccolti, 6 studenti su 10 dichiarano di avere già le idee chiare su cosa fare da grandi. Quasi l’80% degli studenti intervistati ha già scelto l’indirizzo di studi, una percentuale che segna un netto miglioramento rispetto al passato, quando gli indecisi erano quasi il doppio. La maggiore consapevolezza, come accennavamo, è frutto di una strategia di orientamento più efficace, supportata sia dalle scuole che da iniziative autonome.
Il 77% dei “licenziandi” ha infatti partecipato ad attività orientative organizzate dal proprio istituto, e il 35% ha iniziato già in seconda media. Inoltre, il 79% ha ricevuto un “consiglio orientativo” dalla scuola, un suggerimento personalizzato sui percorsi più adatti al profilo dell’alunno. Se dieci anni fa erano quasi il triplo gli studenti privi di questo supporto, oggi la situazione appare decisamente migliorata.
Come detto all’inizio, fondamentale è anche il ruolo degli open day, diventati un appuntamento quasi obbligatorio per gli studenti in uscita dalle medie: nell’ultimo anno, il 72% degli alunni ha partecipato a queste giornate informative organizzate dagli istituti superiori per presentare la propria offerta formativa. La crescita è evidente rispetto alla precedente edizione dell’Osservatorio, quando vi aveva preso parte poco più del 60%.
Non è però tutto oro quello che luccica: dietro l’apparente autonomia decisionale dei ragazzi si cela l’influenza della famiglia: quasi 9 studenti su 10 hanno scelto un percorso approvato dai genitori, anche se solo il 15% ammette un’influenza decisiva. Se in famiglia c’è almeno un genitore laureato, la pressione aumenta, con un tasso di indecisione che scende al 10%, la metà rispetto al campione generale.
Altro dato interessante: nonostante l’efficacia crescente dell’orientamento scolastico, le aspirazioni professionali degli studenti restano ancorate a mestieri tradizionali. I sogni delle nuove generazioni guardano ancora al passato: tra le professioni più gettonate figurano medico, ingegnere, psicologo, avvocato, insegnante e giornalista. Solo una minima parte degli studenti sembra interessata a percorsi innovativi legati alla transizione tecnologica, come informatico, meccanico o tecnico specializzato. Una tendenza che va in direzione opposta rispetto alle esigenze del mercato del lavoro, sempre più orientato verso le competenze digitali e l’innovazione.
Questa discrepanza tra le scelte scolastiche e le prospettive occupazionali preoccupa il Ministero dell’Istruzione e del Merito, che in una recente comunicazione alle famiglie ha invitato a considerare anche le opportunità lavorative collegate ai vari percorsi formativi. L’impegno del Ministero è affiancato da Unioncamere, che sta potenziando gli strumenti del Sistema Informativo Excelsior per orientare studenti, genitori e docenti.
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