Un’imposta sui grandi patrimoni: la proposta degli economisti italiani

Un’imposta sui grandi patrimoni: la proposta degli economisti italianiPhoto by Thierry Monasse/Getty Images

Oltre 150 economisti e professori delle maggiori università italiane chiedono l’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, che andrebbe applicata allo 0,1% più ricco della popolazione – circa 50 mila persone –, per la parte di patrimonio netto che eccede i 5,4 milioni di euro. Questa operazione, secondo i promotori, potrebbe generare un gettito di 16 miliardi di euro ogni anno. La proposta rientra nel Manifesto degli economisti e delle economiste italiani, presentato a fine maggio come parte dell’agenda TaxTheRich di Oxfam Italia.

Tra i firmatari figurano nomi noti e autorevoli come Guido Alfani, Alessandro Santoro, Floriana Cerniglia, Fabrizio Barca, Leonardo Becchetti, Mauro Sylos Labini, Andrea Roventini, Demetrio Guzzardi, Elisa Palagi, Emanuele Felici, Gianfranco Viesti e Pasquale Tridico.

La proposta si basa sulle caratteristiche del sistema fiscale italiano, dove la progressività si ferma ai redditi medio-alti: poi, a partire dal 5% più ricco della popolazione, il sistema diventa regressivo, ovvero alla crescita delle entrate in sostanza corrisponde una riduzione dell’aliquota.

La richiesta degli economisti italiani è in sintonia con l’iniziativa legislativa europea che Oxfam ha lanciato a ottobre insieme ad altre organizzazioni per promuovere una direttiva Ue che preveda la tassazione dei grandi patrimoni.

“La procedura prevede che si raccolga un milione di firme perché la Commissione europea esamini formalmente la proposta”, ha spiegato in un articolo di Affari & Finanza Misha Maslennikov, policy advisor di Oxfam Italia. “In ogni caso l’esecutivo Ue potrebbe decidere di procedere sulla base della sua autonomia legislativa, se ritiene che la questione sollevata sia rilevante”.

La legislazione italiana, si precisa nell’articolo, andrebbe nella direzione opposta: “La riforma messa in campo dal governo attuale è scellerata, perché anziché risolvere il problema della regressività del nostro sistema fiscale, lo rende ancora più iniquo”, ha commentato Andrea Roventini, professore di Economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “Noi non vogliamo aumentare la pressione fiscale. Chiediamo invece interventi redistributivi”.

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