Yahoo fa le valigie dall’Italia. La crisi economica, l’agguerrita concorrenza dei player online (Google in primis) e l’ultima trimestrale in rosso da 4,4 miliardi di dollari hanno costretto la multinazionale Usa a correre ai ripari, optando per la smobilitazione: la forza lavoro verrà tagliata del 15% a livello globale. Si tratta di qualcosa come mille posti di lavoro persi già entro dicembre 2016, per un totale che potrebbe arrivare a 1.700 unità. Di conseguenza, è stata annunciata la chiusura, nel giro di un anno, degli uffici di Dubai, Città del Messico, Buenos Aires, Madrid e Milano.
A MEDIASET L’ADV. Per quel che concerne l’Italia, l’ufficio di Yahoo Italia era già stato ampiamente ridimensionato: a lavorarci era rimasta solo la forza lavoro commerciale. Ora, però, anche loro faranno le valigie. «Abbiamo siglato un accordo con Mediaset S.p.a. che agirà come rivenditore di tutta l’offerta advertising – display, native, video e content marketing – di Yahoo in Italia», si spiega dall’azienda. «A partire dal secondo trimestre 2016, le attività editoriali verranno curate dalla sede di Yahoo a Londra e gli uffici di Yahoo Italia saranno chiusi al fine di riorganizzare il nostro business e assestare l’azienda per una crescita a lungo termine». Dunque, i contenuti di Yahoo Italia verranno realizzati a Londra per poi essere commercializzati da Mediaset.
CESSIONE DEGLI ASSET NON STRATEGICI. Ma questa non è l’unica rivoluzione annunciata da Yahoo: il ceo Marissa Mayer contemplerebbe anche la possibilità di cedere gli asset non strategici di Yahoo. Obiettivo: incassare da 1 a 3 miliardi di dollari. A sua volta, il taglio del personale dovrebbe comportare risparmi per almeno 400 milioni già entro la fine del 2016. «Quello che annunciamo è un piano strategico che riteniamo accelererà la trasformazione di Yahoo!» afferma Mayer, assicurando che il piano «richiede ampi cambiamenti nei prodotti e nelle risorse e renderà più brillante il nostro futuro, migliorando la nostra competitività e il nostro appeal per i clienti, gli inserzionisti e i partner».
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