Apple, il monito Ue: iOs deve aprirsi a terze parti

Apple, il monito Ue: iOs deve aprirsi a terze parti© iStockPhoto

L’Unione Europea, in concomitanza con il lancio sul mercato di iPhone 16, torna a ricordare con insistenza ad Apple la necessità di “aprire” i suoi sistemi operativi, in particolare per iPhone e iPad (iOS e iPadOS), a produttori terzi. La prospettiva alternativa è quella di indagini formali e, soprattutto, sanzioni elevate.

Bruxelles chiede a Cupertino di allinearsi al Digital Markets Act (Dma), approvato recentemente. Si tratta dello strumento di cui l’Ue si è dotata per regolamentare e gestire la giungla del mercato digitale. Queste norme, infatti, prevedono la piena funzionalità dei sistemi operativi con altre tecnologie, una fattispecie a cui Apple non si è ancora adeguata: ora ha sei mesi di tempo per farlo e per evitare multe salate, fino al 10% delle vendite annuali globali della società.

In realtà, già da qualche tempo l’azienda si sta muovendo per procedere in questa direzione, a partire dal sistema di pagamento contactless su iPhone e Watch che prima era inaccessibile agli sviluppatori. Ma l’Europa chiede un impegno più sostanziale: “Oggi è la prima volta che utilizziamo i procedimenti di specificazione nell’ambito del Dma per guidare Apple verso l’effettivo rispetto dei suoi obblighi di interoperabilità”, ha affermato il commissario UE Margrethe Vestager. “L’interoperabilità effettiva, ad esempio con gli smartphone e i loro sistemi operativi, svolge un ruolo importante in questo senso”.

Il settore attende in particolare ‘l’apertura’ di tecnologie come i comandi vocali dell’assistente Siri, che rappresenta il cuore della Apple Intelligence, annunciata per quest’anno negli Stati Uniti. Nel frattempo Apple ha diffuso una nota: “Per rispettare il Digital Market Acts abbiamo creato modalità affinché le app nell’Ue possano richiedere ulteriore interoperabilità con iOS e iPadOS proteggendo al contempo i nostri utenti. Minare le protezioni che abbiamo costruito nel tempo metterebbe a rischio i consumatori europei, offrendo ai malintenzionati più modi per accedere ai loro dispositivi e dati. Continueremo a lavorare in modo costruttivo con la Commissione europea su un percorso che protegga i nostri utenti dell’Ue e chiarisca il regolamento”.

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