Camera approva ddl Spazio, opposizioni: “È un regalo a Elon Musk”

Camera approva ddl Spazio, opposizioni: "È un regalo del Governo a Elon Musk"© Shutterstock

È un testo che ha creato non pochi contrasti fra maggioranza e opposizione. È il ddl Spazio, che il 6 marzo 2025 è stato approvato alla Camera con 133 voti a favore, 89 contrari e 2 astensioni. Per alcuni si tratta di una legge fatta ad personam per agevolare Elon Musk e la sua Starlink. Questo è il nome che SpaceX, l’azienda costruttrice, ha dato alla costellazione di satelliti che permetterà l’accesso a internet satellitare globale in banda larga a bassa latenza.

Contestualmente sonno stati bocciati gli emendamenti presentati dalle opposizioni, che chiedevano di affidare il servizio a soggetti europei e istituzionali. Adesso si aspetta la decisione del Senato.

Con il ddl Spazio si regolamenta il Piano nazionale per l’economia spaziale, istituendo anche un fondo per sostenere i progetti del ministero delle Imprese. Si tratta, nello specifico, di 35 milioni di euro per il 2025, con contributi a fondo perduto non superiori al 70% dell’ammontare complessivo. Il disegno di legge è composto da 31 articoli suddivisi in cinque titoli: 

  • Disposizioni generali;
  • Esercizio delle attività spaziali da parte di operatori spaziali;
  • Immatricolazione degli oggetti spaziali;
  • Responsabilità degli operatori spaziali e dello Stato;
  • Misure per l’economia dello Spazio.

L’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, poi, avrà il compito di vigilare per stabilire che vengano rispettate le norme previste dalla legge. Gli oggetti spaziali immatricolati in Italia, infatti, dovranno essere considerati su territorio nazionale ovunque si trovino, a meno che non siano soggetti – secondo il diritto internazionale – a una legge territoriale straniera. Il provvedimento non si applica alle attività spaziali condotte dal ministero della Difesa e dagli organismi di informazione per la sicurezza. Inoltre, è prevista la golden power, la quale non è altro che l’applicazione dei poteri speciali sugli assetti strategici del Paese.

Perché le opposizioni dicono no al ddl Spazio

Il più discusso in Aula è stato l’articolo 25, quello che permetterebbe a operatori stranieri di giocare un ruolo importante nei sistemi di comunicazione digitale in Italia, specie con la creazione di una ‘Riserva di capacità trasmissiva nazionale’ da affidare anche a privati. Un sistema di trasmissioni da utilizzare in caso di calamità naturali, conflitti o altre situazioni di emergenza.

Secondo Antonio Ferrara del Movimento 5 Stelle, l’Italia starebbe diventando “una colonia di un magnate digitale oltreoceano”. Il riferimento è chiaramente a Elon Musk. In linea con le proteste è stato anche Andrea Casu, deputato del Pd e primo firmatario degli emendamenti all’articolo 25, che ha chiarito come non verrà chiesto  “nessun dazio contro Starlink, ma garanzie per l’utilizzo dei soldi pubblici degli italiani”. È stata concessa soltanto una modifica all’articolo ‘incriminato’, quella in cui ci si impegna a salvaguardare la “sicurezza nazionale” e “assicurare un adeguato ritorno industriale per il sistema Paese”.

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