L’intelligenza di Ibm Watson arriva nello spazio

Cimon, l'assistente sviluppato con l'intelligenza artificiale di IBM Watson aiuterà gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale

Il mondo delle esplorazioni spaziali non è facile, infatti astronauti e team tecnico/scientifico che partecipano alle missioni sono generalmente composti da persone davvero speciali. Ma il loro ruolo potrebbe essere messo in ombra da nuove, strane, figure pronte a sbarcare a 408 km dalla terra. A giugno, l’astronauta tedesco Alexander Gerst si imbarcherà per la seconda volta sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), portandosi dietro un compagno piuttosto inconsueto: Cimon. Il nome è l’acronimo di Crew Interactive Mobile Companion, un sofisticato dispositivo sviluppato da Airbus in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Tedesca. Cimon utilizzerà l’intelligenza artificiale della tecnologia Ibm Watson con l’obiettivo di aiutare l’astronauta Gerst a compiere una serie di esperimenti a bordo della casa stellare.

L’AI offre all’assistente spaziale funzionalità di elaborazione del testo, del parlato e delle immagini, oltre all’abilità di trovare informazioni e risultati specifici. Queste capacità, che possono essere insegnate singolarmente e approfondite nel contesto di un determinato incarico, sono sviluppate sulla base del principio di comprensione – ragionamento – apprendimento. Grazie invece al Watson Visual Recognition CIMON partirà sapendo già esattamente come muoversi liberamente all’interno del modulo Columbus sulla Stazione Spaziale Internazionale avendo registrato il 100% degli elementi costruttivi della Iss. Tra gli obiettivi della prima missione di Cimon, gli psicologi vogliono studiare anche il tipo di interazione che si svilupperà tra l’assistente digitale e gli astronauti al fine di implementare modelli sempre più elevati di intelligenza emotiva che in futuro potrebbero rappresentare un elemento in più per il successo di missioni spaziali complesse.

Il modello di Ibm per dati e privacy consente di addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale con la tecnologia Watson senza dover integrare dati proprietari o sensibili in un modello pubblico. Nessun’altra azienda, nemmeno Ibm, può utilizzare questi dati per l’ulteriore sviluppo di applicazioni A.I..

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