Playstation 5 più cara: dazi e inflazione spingono Sony ad aumentare i prezzi

Playstation 5 più cara: dazi e inflazione spingono Sony ad aumentare i prezziPhoto by Paras Griffin/Getty Images

Sony ha annunciato un ritocco verso l’alto dei prezzi della sua PlayStation 5. Non un semplice adeguamento da inflazione, ma una mossa varata in risposta a uno scenario internazionale incerto, dove l’ombra lunga dei dazi torna a pesare sulle grandi catene industriali globali.

Il rincaro, che tocca l’11% per la PS5 senza unità disco in Europa (prezzo fissato a 499,99 euro dal 14 aprile), è solo l’inizio. In Gran Bretagna l’aumento è del 10%, mentre negli Stati Uniti potrebbe salire addirittura fino al 25%. Ma qui, al momento, manca l’ufficialità: tutto dipende dalle mosse di Donald Trump e dalla sua linea sulle importazioni di semiconduttori.

Il weekend ha visto un altalena di annunci e smentite sul possibile stop alle tariffe per chip e smartphone, ma le voci più recenti indicano invece nuovi dazi in arrivo, mirati proprio al settore tech. Perché la PlayStation 5, in fondo, è molto più di una console da gioco: è un concentrato di tecnologia che attinge a una catena di fornitura planetaria.

Il cervello del dispositivo è un chip personalizzato progettato dall’americana Amd, ma prodotto in Taiwan dalla Tsmc, la stessa che sforna semiconduttori per Apple e Nvidia. Il montaggio avviene in larga parte in Cina, dove Sony si affida a una rete di subfornitori per numerosi componenti fondamentali. E proprio da qui nasce il problema. La Cina, oggi, si ritrova nel mirino delle nuove politiche commerciali americane. Con dazi che – secondo le stime di Bloomberg – potrebbero arrivare fino al 145% su alcune categorie di prodotti, le aziende che producono (o acquistano pezzi) in Cina si ritrovano a dover scegliere: o tagliano i margini, o alzano i prezzi. Sony, come Nintendo, ha scelto la seconda strada. Quest’ultima ha già rinviato i preordini della nuova Switch 2 negli Stati Uniti per valutare gli effetti delle nuove tariffe.

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