Non una semplice chiacchierata: quello fra Sam Altman, co-fondatore e Ceo di OpenAI, e John Elkann, Ceo di Exor e presidente di Stellantis e Ferrari, è stato un vero momento di approfondimento. Un’occasione sfruttata al meglio per fare luce su quello che ci aspetta nel mondo dell’intelligenza artificiale e sul suo impatto trasformativo, oltre che un interessante opportunità per confrontare le reciproche esperienze da imprenditori e investitori.
La fireside chat, svoltasi durante l’Italian Tech Week (in corso a Torino in questi giorni), è partita da quelle che sembravano essere delle criticità per OpenAI: l’abbandono della società, avvenuto nella notte e senza preavviso, della Chief Technology Officer Mira Murati e di due ricercatori chiave, Bob McGrew e Barret Zoph.
Distacchi che seguono quelli, altrettanto importanti, avvenuti negli scorsi mesi: l‘anno sabbatico di Greg Brockman, a lungo braccio destro fidato di Altman e soprattutto l’addio di Ilya Sutskever, ex Chief Scientist dell’azienda. Sutskever, era fra i principali artefici della tecnologia su cui si basa ChatGpt e ha da poco fondato Safe Superintelligence, che punta allo sviluppo di un tipo di intelligenza artificiale sicura e allineata con i valori umani.
Altman non è sembrato turbato o scosso. Al contrario, all’arrivo sul palco ha ringraziato tutti per la passata collaborazione e ha smentito qualsiasi voce di ristrutturazione della società: «Non è assolutamente vero, anche se ci abbiamo pensato. Il nostro consiglio di amministrazione ci ha riflettuto per quasi un anno. Gli addii sono dovuti al fatto che chi se n’è andato è pronto per un nuovo capitolo della propria vita».
Il Ceo di OpenAI ha anche sottolineato come le difficoltà, in realtà, siano un punto di partenza: «in un certo senso l’ultimo anno è stato come un lungo decennio per me, D’altra parte però non ho mai raggiunto un tale tasso di apprendimento e non ho mai avuto tanta chiarezza, convinzione e rispetto verso la missione di OpenAI».
Il padrone di casa, John Elkann, ha colto l’occasione per fare focus su come tecnologia e intelligenza artificiale faranno la differenza nel settore dell’automotive: «ci consentiranno di cambiare il modo di interagire con le auto, avremo delle auto completamente diverse. Domani parleremo con le nostre auto, e io non vedo l’ora».
Proprio da qui è partita un’ulteriore riflessione, quella sulla capacità dell’AI di parlare come un essere umano. Elkann ha infatti dichiarato di aver provato negli Usa la nuova modalità voce di ChatGpt, in grado di rispondere in tempi più umani all’utente, con una voce virtuale che può essere interrotta, che può ridere e sospirare, che può sussurrare e persino cantare, se le viene chiesto di farlo. La funzione non è ancora disponibile in Europa, ma Altman ha dichiarato di star lavorando per farla approdare presto nel continente.
Si è poi passati a un connubio interessante: quello fra intelligenza artificiale e energia. Due ambiti che sono al centro della curiosità sia di Altman che di Elkann, ma che risultano difficili da mettere insieme: uno dei problemi relativi all’addestramento e allo sviluppo dell’intelligenza artificiale è proprio il suo impatto ambientale, perché occorre molta energia per raffreddare i data center delle big tech.
Dal canto suo, però, Altman è convinto che «nei prossimi due anni assisteremo a dimostrazioni incredibilmente promettenti di fissione e fusione nucleare di nuova generazione. Ci vorrà un po’ di tempo per superare il processo normativo e per eliminare i bug dai sistemi e, soprattutto, per renderli molto economici. Ma credo che questa sia una parte importante del nostro futuro. Entro il 2050 spero che potremmo definirci carbon-free».
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